ScienzaNuova si propone come un luogo di ricerca e di sperimentazione sui concetti fondamentali delle odierne scienze, e quindi anche come un’occasione di interrogazione del loro senso, condotta attraverso un confronto tra interpretazioni. In un contesto di ricerca dialogica strutturato in tavole rotonde, workshop, laboratori e conferenze, si darà luogo a un foro collaborativo, in cui possa svilupparsi una proficua interazione tra le diverse forme del sapere del nostro tempo.
ScienzaNuova intende in tal modo promuovere una consapevolezza sul ruolo del sapere scientifico e tecnico, e sul modo in cui esso possa porsi al servizio dell’uomo.
Пікірлер
Dissentono su tutto, eppure hanno il garbo di non farselo reciprocamente pesare. Spettacolare lo sguardo di Varzi allochè Zaccaria si inerpica in una delle sue supercazzole bitumate con lo scappellamento a destra, tanto per essere ontologicamente precisi.
Filosofia continentale = letteratura saggistica (=parole per esprimere sensazioni soggettive in uno sforzo di oggettivazione irrisolubile). Filosofia analitica = filosofia. Punto. A latere, Varzi sfiora la santità nel resistere all'arte soporifera del suo interlocutore, che passa da una supercazzola all'altra con ineguagliabile abilità.
Leggete gli articoli originali di de Broglie del 1925-1926 e gli articoli di A.O. Barut degli anni ‘90 per capire il significato fisico del prendere la semi somma delle onde anticipate e ritardate nei potenziali. Se si hanno equazioni d’onda non lineari le particelle sono solitoni, quindi strutture estese che hanno l’auto-forza (reazione di radiazione) oltre che l’influenza delle sorgenti lontane (le fluttuazioni del “vuoto”). I fisici di oggi hanno perso il contatto con la realtà fisica per abbracciare l’astrazione matematica. Ed ecco che nascono le azioni a distanza istantanee, le dimensioni extra, i molti mondi o la retrocausalità.
La prima testimonianza del termine "ontologia" risale al 1606: esso viene adoperato come sinonimo di "metafisica" nell'opera "Ogdoas Scholastica" del filosofo tedesco Jacob Lorhard. Egli proponeva infatti una versione radicalizzata dell'interpretazione di Scoto e Suárez, per i quali la metafisica doveva essere anzitutto studio dell'ente in generale. Se per loro, però, la definizione di "ente" sarebbe quella di "essenza reale", e cioè la definizione di qualcosa esistente veramente nello spazio e nel tempo, per Lorhrard era quella di "intelligibile", cioè qualunque cosa possa essere anche solo pensata o immaginata, pur non esistendo mai effettivamente. La prima ontologia moderna si è perciò configurata anzitutto come una scienza di contenuti puramente mentali. Fonte: Gazzetta filosofica
che meraviglia, grazie Elena 🙏🏻💜
Ma aiōn , nella sua accezione neotestamentaria, non significa "mondo", lat. "Saeculum" , deriv. da aivon col digamma ? Cfr. Aevum ?
Non sono un matematico e la mia opinione vale poco o nulla, ciò premesso la mia opinione è che la matematica non sia una scienza bensì un arte come la musica per fare un esempio.
Credo di poter affermare che raramente ho ascoltato una persona con un pensiero così chiaro come quello della Professoressa. Se poi ad un certo punto ci si accorge che tra gli ascoltatori che intervengono c’è anche un certo Achille Varzi allora non puoi fare altro che ringraziare infinitamente per questo video. Grazie davvero
Splendido dialogo. Grazie mille!
secondo me è sbagliato dire che la domanda fondamentale dell'ontologia è "che cosa c'è", nel senso che non è la domanda originaria. piuttosto dovrebbe essere la domanda riguardo all'essere in generale la domanda fondamentale ontologica, domanda che poi ha già provato a sviluppare heidegger in essere e tempo. in questo senso si riferiva alla "proiezione ontologica", nel senso di un mondo-cinema, nel quale l'essere si rappresenta e si immedesima negli enti, a momenti dicendo "tat vam asi", io sono questo, ma ANCHE questo, ma ANCHE questo, e nell'altro estremo dicendo "neti neti", io non sono questo, non sono NEANCHE questo, eccetera. E' il gioco del se' che si rappresenta a se', immedesimandosi nell'altro, infinitamente, uno specchio di luce di fronte ad uno specchio di luce. Per questo ogni ontologia dovrebbe partire da Sè, cioè l'essere, che, come dice tra le righe Gino, è Niente.
Mamma mia la pazienza del prof Varzi… Lui meraviglioso e lucido come sempre! Tutto il resto è noia stilistica!
Davvero... Non si capisce nulla di ciò che dice Zaccaria
però è notevole che vi sia un dialogo online tra un analitico e un neo-heideggeriano(?) continentale che cercano di capirsi a vicenda pur utilizzando concetti diversi
Vero! Sono assolutamente d'accordo che questi dialoghi siano rari e preziosissimi, soprattutto su questi temi. Quindi sì grazie di cuore a Scienza Nuova per condividerli! :)
Infatti mi piacciono troppo le parole del prof Varzi (nel video di discussione seguente a questo) quando spiega l'importanza della "responsabilità" di farsi capire... @@sergioiacino4825
@@Lety_foreverdei discorsi di Zaccaria non esiste x tale che x é un discorso e rientri nell'estensione dell'insieme "cose che si capiscono" hahah
Un grazie grandissimo per aver condiviso questo con tutti noi
grazie
Salve! Scusate uso questa sede per chiedere di un video postato un paio di giorni di fa con Achille Varzi e Gino Zaccaria, dal titolo "Ermeneutica e analisi", è possibile recuperarlo? grazie mille e sempre complimenti per queste lezioni meravigliose, davvero rare su youtube.
Certamente, lo abbiamo temporanemante rimosso per caricare questi nuovi contributi uno alla volta e corredarli di didascalia. Fra pochi giorni lo ripubblicheremo. Ci scusiamo per l'attesa.
grazie mille! non voglio perdermi neanche una parola di questi incontri! 😊@@scienzanuova7597
Filosofia no grazie.
grazie!
Banale.
L'essere è perché fuori dello spazio tempo. Eventualmente il non essere(ecco l'essere) non può non essere, c'è una dimensione forse tre, e quindi una unica secuenza possibile avvolgente. Sentire il numero è paragonabile a sentire dio. Ritornando a la questione dell'essere come significato, bisogna considerare il 'dove' è anche una posizione o dimensione. L'essere invocato da Parmenide corrisponde a quello che noi possiamo considerare eterno. La natura si può capire come una geometria strutturata che da una parte evoca l'albero dall'altra le scatole cinesi. L'osservatore riconosce in quanto tale il tronco e per tanto eterno in relazioni a la chioma, un'altrettanto osservatore nella medesima struttura riconosce una grossa e imparagonabile rama come tronco. Essere umano e qualcosa di sottile, molto forte troppo.
Intervento stupendo. Grazie
Hah
dopo aver visto per la seconda volta questo inizio di seminario ho avuto modo di tentare un pensiero sull'origine della lingua, e, sperando di non esagerare o di non aver preso un abbaglio, mi sembra di poter dire che il tratto fondamentale della lingua sia quello del ritrarsi. cioè, da una parte vi è una ritirata, un tirarsi indietro, un rifugiarsi e un nascondersi, appunto ritraendosi, avviluppandosi in sè per così dire, dall'altra parte c'è il movimento del ritrarsi, ovvero dell'apparire, del venire alla luce, quindi un movimento espansivo, sviluppantesi proprio sullo spazio lasciato dalla ritirata della lingua, dal suo residuo. Se da una parte quindi la ritirata è una corporificazione, un astringimento, dall'altra parte è pure una fuga da questa corporificazione. quindi proprio questo doppio movimento aprirebbe uno scisma tra ciò che appare e ciò che non appare. forse Jacob Boehme diceva qualcosa in queste linee quando parlava di qualità acida e di quella astringente o anche il famoso "tzimtzum" della kaballa Lurianica. inoltre, mi sembra di notare un carattere dinamico della lingua, cioè il verbo. la lingua è ancora immobile, impassibile, mentre il verbo è già lingua agente. pensate anche voi così o la articolereste in altri termini? è troppo o troppo poco? azzardandomi ad un'ultima osservazione porrei quest'equazione: la lingua sta al verbo come ciò che non appare sta a ciò che appare, cioè lingua:verbo=non manifesto:manifesto, che, semplificando la divisione in "scisma" e ponendo la stessa uguaglianza come scisma la formula risulterebbe così---> lingua scisma verbo scisma non manifesto scisma manifesto . Ha senso?
bellissimo inizio di seminario dei miei due filosofi preferiti! mi chiedo in tutto questo discorso che ruolo avrebbe giocato il non manifesto. può esso stesso divenire manifesto o in qualche modo contemplabile? il non manifesto è in qualche modo destinato a diventare manifesto o ci si può attendere di scorgerne perlomeno l'ombra o un'impronta? eccetera
Grazie per il tuo commento. Io che ti rispondo non sono nè Gino Zaccaria nè Ivo De Gennaro, ma forse posso provare a dare quantomento un tentativo di risposta. Nel momento in cui, di fronte al manifestarsi di un fenomeno, ci si accorge della manifestazione stessa, contestualmente appare anche il non-manifesto, ovvero che il fenomeno prima di manifestarsi abitava il nascondimento, era nascosto. Il non-manifesto potrebbe non essersi mai manifestato oppure essersi manifestato e poi essere caduto nell'oblio oppure essersi manifestato senza essere scorto. Non credo che possiamo dire cosa del non-manifesto possa diventare manifesto, certamente ci sono fenomeni che escono dal nascondimento e dunque diventano manifesti, ma non è necessario inquadrare tali manifestazioni nella pre-destinazione, cioè non credo che possiamo dire che il manifesto era destinato a diventare manifesto. Infatti una descrizione di questo tipo, in termini di pre-destinazione, richiederebbe di individuare delle condizioni necessarie per la manifestazione, che però potrebbero essere date solo a posteriori della manifestazione, e quindi in seguito a una qualche manipolazione (magari utile ma non originaria) della manifestazione. Comunque, nel momento in cui si manifesta la manifestazione, l'ombra del non-manifesto appare chiara nella sua oscurità.
@@scienzanuova7597 aaah ma quindi il manifestarsi di un fenomeno in generale, o della manifestazione stessa o della non manifestazione sono liberi, non sono condizionati!
comunque la ripresa a 1:43:30 molto futurista, i capelli di carfora diventano gialli subendo l'interferenza del muro 😂
come al solito gino quasi messo in croce solo per aver esposto delle idee totalmente originali, corrispondenti poi al vero pensiero futurista spogliato dai pensieri di chi il futurismo non lo capiva ma l'ha "divulgato". il punto è molto semplice. oggi quasi tutti, varzi e carfora compresi, vedono l'arte semplicemente come una sorta di "espressione". ma artisti come boccioni, quando parlavano di simultaneità, endodinamismo ed esodinamismo, avevano effettivamente un'esperienza della realtà di quel tipo, il mondo veniva percepito da loro in una simultaneità, esperienza che poi viene riferita anche da molte persone che praticano forme di meditazione molto profonde od hanno utilizzato sostanze psicotrope in grado di espandere la coscienza. Varzi, Carfora, mi rivolgo direttamente a voi, imparate ad ascoltare Gino ed Ivo con umiltà, perchè i loro non sono Giochi, nel senso della teoria dei giochi. Anzi, la pazienza che dimostrano nei vostri confronti è veramente tanta. Chiedete sul piano operativo cosa ne facciamo della presentazione di Gino? Provate ad entrare nel senso delle sue parole. Chiediamoci cos'è la volontà, di chi è questa volontà, perchè il mondo è volontà e qual'è il rapporto tra volontà e potenza. (rapporto notato non solo dai greci, ma anche dagli induisti nell'idea di maya-shakti).
se devo dare la mia impressione sulla modalità con cui si sono svolte le relazioni, non mi sembra che gli interventi di Gino siano accolti molto bene, alla prima domanda posta da Gino, Achille era evidentemente abbastanza seccato. inoltre se posso commentare i professoroni, Moro mi è solo sembrato molto pieno di ego, senza poi portare prove concrete di ciò che afferma, come se lavorare con chomsky o parlare con penrose rendesse automaticamente valido e vero ciò che viene detto. anche solo dire la carne si fa verbo è la totale abnegazione di ogni forma di libertà e si esclude un indimostrabile lingua madre che apriori informa sia la materia stessa, che poi il linguaggio umano che sarebbe solo una riduzione ed un approssimazione della lingua madre, che vive invece solo nelle parole dei veri poeti e dei veri filosofi, non dei filosofi da accademia che per dimostrazione portano solo la loro voce ex cathedra come Moro
mi sento come se Gino Zaccaria avesse preso Vieri sotto la sua ala linguistica!! il modo in cui si esprime Vieri in questo seminario è magistrale, ma credo che il dialogo con Gino, i filosofi e gli altri ricercatori sia stato fondamentale per questa crescita che Vieri ha mostrato dai primi seminari con scienza nuova ad oggi!
Niente uomo niente male.
La filosofia è un tentativo straordinariamente ingegnoso di pensare erroneamente. Bertrand Russell
Morale della favola: non bisogna mai disturbare i sogni dell'ortodossia. Se no se la prende come un'offesa personale. Le leggi della fisica funzionano così bene che è eresia metterle in discussione in qualsiasi sia modo. Ci piace vincere sempre e facile, per questo siamo tutti tifosi della juve!
La descrizione del funzionamento dei sistemi di traduzione è completamente errata e fuorviante. Concetti interessanti ma applicati con una padronanza forse mediocre della materia tecnica. La filosofia e le sue implicazioni di alta tecnologia non progrediranno come dovrebbero se chi le affronta non lo fa unendo la capacità filosofica che Varzi dimostra, ad una competenza tecnica che latita.
Confesso che tenevo di peggio, anche se però ritengo che diffondere tali conferenze possa avere conseguenze esiziali su molti "spiriti deboli" (ho letto commenti sulle affermazioni di Oliver Consa et al. che mi hanno fatto rabbrividire). Qua e là mi "scappa" però di puntualizzare. 1. Non è strettamente vero che la necessità del W± e dello Z° nasca del fatto che la "4-fermion interaction" sia non rinormalizzabile (sì, in effetti non lo è): evidenze sperimentali per la necessità di tali "mediatori" erano già sorte. Per esempio l'esistenza delle "Correnti Neutre" era nota già negli anni '70 (io c'ero quando "Milla" Baldo-Ceolin arrivò alla pubblicazione con solo una settimana di ritardo). E le "Correnti Neutre" sono spiegate con l'esistenza dello Z°. 2. Il "Feynman Path Integral" non è usato solo in QFT: è anche un modo alternativo per ottenere la QM (mi ha molto divertito trovare i calcoli per il "double slit experiment" fatti con i FPI). E, per ottenere la QED, il FPI non è necessario (per questo c'è la "Second or Canonical Quantization" -lo confesso, a "Fisica Teorica" l'ho odiata, preferendo di gran lunga il FPI). 3. Si parla di Rinormalizzazione, ma non di Regolarizzazione, che sembra fattibile solo con il "cut-off", che però non è "Poincaré Invariant". Che io ricordi si può usare la tecnica di Pauli-Villars o quella Dimensionale ('t Hooft e Veltman, fra l'altro premi Nobel -www.nobelprize.org/.../physics/1999/press-release/ ). 4. Le "anomalie" di Adler-Bell-Jackiw ci sono anche in QED e la loro rinormalizzazione porta a risultati sperimentalmente confermati per il decadimento π°→2γ. Anzi, dirò di più: si dimostra che i numeri "giusti" vengono dal diagramma a "one loop" e che quelli superiori non danno contributo (è stato l'argomento della mia tesi di Laurea, in cui ho usato fra l'altro la Regolarizzazione Dimensionale). E che se una Teoria di Yang-Mills è "anomaly free" a "one-loop" lo è anche a livelli superiori (lavoro successivo). 5. Quando vedrò teorie alternative per il calcolo di g-2 dell'elettrone sarò il primo ad essere contento. Per ora le affermazioni sui numeri sbagliati per il muone sono ancora molto controverse. 6. Si dice e si scrive Maupertuis (Pierre Louis Moreau de). Non mi risulta che sia stato "latinizzato" in Maupertius. Vado molto a memoria e spero di non essere stato impreciso anch'io. Vorrei solo evitare che venga "buttato via il bambino con l'acqua sporca"
Banale.
1:09:00 = il poeta dice quella determinata parola, anche se sa di venir frainteso. (Lo fa per il bene della lingua, e quindi dello stanziarsi). È per la consapevolezza del poeta [genitivo soggettivo] di questo fraintendimento della parola [genitivo oggettivo] da parte del senso comune che Pessoa sosteneva che "il poeta è un fingitore"?
Caro Francesco, grazie per il tuo intervento. Credo che si possa certamente vedere questo tratto della consapevolezza del poeta nel componimento di Pessoa che hai citato, e in particolare nel verso di apertura: "il poeta è un fingitore". E' significativo che infatti dica "arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente", in cui si può leggere il tentativo da parte del poeta di trovare parole nuove, una nuova lingua per cantare ciò che non si riesce a esprimere con il linguaggio della convenzione, dell'abitudine, della comunicazione.
stavo ascoltando un album di pat metheny per la prima volta e ad un tratto sento un suono familiare!! l'introduzione dei video di ScienzaNuova!!
L'hanno già detto in altri contributi del Prof. Rasetti.... si dovrebbe pagare per ascoltare contenuti di tale qualità. Grazie per la condivisione
Posso chiedere, quando è stata effettuata questa intervista?
Certamente: è del 2017.
@@scienzanuova7597 grazie!
penso che la domanda se sia possibile conoscere tutto non sia così ingenua come sembra. in ogni caso è necessario porsela per interrogarsi dei limiti del sapere che l'uomo si può attendere. anzi, forse è proprio la prima domanda che si dovrebbe porre ogni onesto ricercatore.
"di mille particelle ce ne arrivano settecento" oppure di una sola particella mandata nelle stesse condizioni mille volte, in media arriva settecento volte lì. Cioè la singola ha la probabilità 700/1000 di arrivare lì una volta mandata. Non capisco perché questa ipotesi quantistica (che riproduce gli esperimenti mandando le particelle una per volta o 10 o 100 o 10^23 non convince. La MQ non dice che mandando 10^23 particelle ne passano una per volta (che peraltro non ha significato) dice che se X particelle le mandi una per volta riproduci lo stesso risultato che se le mandi X tutte insieme, qualunque sia X. Per cui mandandole una per volta l'unico modo per interpretare questo è che ciascuna abbia una probabilità frazionaria
Ciao, sono l'amministratore del canale. Cercherò di rimettermi in contatto con il professore in modo che possa eventualmente risponderti lui in persona.
credo che una differenza fondamentale tra qualsiasi intelligenza artificiale e l'uomo sia la capacità di dubitare. già cartesio nelle sue meditazioni, domandandosi se non fosse una semplice marionetta nelle mani di un Dio crudele e manipolatore, giungeva a trovare la sua stessa anima proprio nel dubbio. dubitando di essere libero, trovava il suo libero arbitrio fondato sullo stesso dubbio. ed è proprio nel dubbio, penso, che troviamo la nostra umanità, cioè la nostra vulnerabilità
Quella cosa di rompere lo specchio è fantastica. Come rispondere a un sottile dubbio filosofico con la forza bruta. A me convince!
In quegli stessi anni Gentile con Attualismo: lo Spirito è Atto Eternamente in Atto cioè Atto Puro.... oppure Einstein con spazio-tempo che influenzò anche Cubismo
È consentito spruzzare?
Grazie Professore.
Grazie mille! Splendido convegno
I just have to go to my dads and I have a
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Si vede che non ha mai sentito parlare di malanga che tre ore di cazzate non le sparerebbe
Interessantissimo. Grazie per aver pubblicato un contenuto simile. Seguirò il canale ciao.
non
Ma che sta a di'?