Gino Zaccaria e Ivo De Gennaro, «Lingua - utopia», ScienzaNuova

In questo seminario, i professori Gino Zaccaria ed Ivo De Gennaro propongono di mettere insieme lingua e utopia e mostrano come l'una possa essere riferita all'altra. In particolare, partono dal conio originale della parola "utopia" come "non-luogo" e fanno vedere come, in quanto non-luogo, questa possa indicare ciò che dà luogo, cioè che rende attendibile il senso di luogo, e quindi permette ad ogni ente di stare, situarsi. Analogamente, anche la lingua può essere intesa in un senso pregnante, ovvero quello di lingua madre, che comprende (ma non si riduce a) quello di "linguaggio" o "mezzo di comunicazione". Con questa analisi, si vede che la lingua non è mera convenzione, bensì l'elemento che fa apparire le cose, che le rende manifeste per ciò che sono. A questo punto, la connessione fra utopia e lingua diviene chiara a patto di mostrare il rapporto che intercorre fra l'utopia così intesa e il manifestarsi di un fenomeno.
Aspetto peculiare e interessante del seminario è l'accuratezza e il tempo dedicati al chiarimento del manifestarsi, ovvero dell'apparire, punto fondamentale della fenomenologia.

Пікірлер: 3

  • @sacredgeometrymusic3290
    @sacredgeometrymusic32909 ай бұрын

    bellissimo inizio di seminario dei miei due filosofi preferiti! mi chiedo in tutto questo discorso che ruolo avrebbe giocato il non manifesto. può esso stesso divenire manifesto o in qualche modo contemplabile? il non manifesto è in qualche modo destinato a diventare manifesto o ci si può attendere di scorgerne perlomeno l'ombra o un'impronta? eccetera

  • @scienzanuova7597

    @scienzanuova7597

    9 ай бұрын

    Grazie per il tuo commento. Io che ti rispondo non sono nè Gino Zaccaria nè Ivo De Gennaro, ma forse posso provare a dare quantomento un tentativo di risposta. Nel momento in cui, di fronte al manifestarsi di un fenomeno, ci si accorge della manifestazione stessa, contestualmente appare anche il non-manifesto, ovvero che il fenomeno prima di manifestarsi abitava il nascondimento, era nascosto. Il non-manifesto potrebbe non essersi mai manifestato oppure essersi manifestato e poi essere caduto nell'oblio oppure essersi manifestato senza essere scorto. Non credo che possiamo dire cosa del non-manifesto possa diventare manifesto, certamente ci sono fenomeni che escono dal nascondimento e dunque diventano manifesti, ma non è necessario inquadrare tali manifestazioni nella pre-destinazione, cioè non credo che possiamo dire che il manifesto era destinato a diventare manifesto. Infatti una descrizione di questo tipo, in termini di pre-destinazione, richiederebbe di individuare delle condizioni necessarie per la manifestazione, che però potrebbero essere date solo a posteriori della manifestazione, e quindi in seguito a una qualche manipolazione (magari utile ma non originaria) della manifestazione. Comunque, nel momento in cui si manifesta la manifestazione, l'ombra del non-manifesto appare chiara nella sua oscurità.

  • @sacredgeometrymusic3290

    @sacredgeometrymusic3290

    9 ай бұрын

    @@scienzanuova7597 aaah ma quindi il manifestarsi di un fenomeno in generale, o della manifestazione stessa o della non manifestazione sono liberi, non sono condizionati!