863- La battaglia di Nikolaevka, gli alpini nella Ritirata di Russia [Pillole di Storia]

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Пікірлер: 655

  • @alessandroegidi5941
    @alessandroegidi5941 Жыл бұрын

    Vorrei spendere 2 minuti per raccontarvi la storia di mio zio, nato nel Reatino e arruolato negli alpini dell'ARMIR. Più che raccontarvi i vari episodi della sua vita durante la campagna vorrei spendere questo tempo per descrivervi un momento in particolare. A causa del freddo estremo, durante la ritirata, perse la possibilità di camminare poiché i piedi gli erano andati in cancrena e, come molti altri, fu lasciato indietro. Quando i sovietici lo raggiunsero, i soldati più feriti furono fucilati sul posto, e anche lui stava per toccare quel destino, quando uno dei medici sovietici riuscì ad imporsi e non farlo uccidere poiché poteva essere salvato e lo fecero prigioniero. Gli furono amputati entrambi gli alluci e venne rimpatriato dopo uno scambio di prigionieri. Quello su cui mi vorrei soffermare non è tanto la gestione tattica, o la condizione in cui vennero mandati a combattere, ma sul fatto che anche in un momento così buoi della storia umana ci sono sempre momenti di luce, e questo ne è un esempio.

  • @laBibliotecadiAlessandria

    @laBibliotecadiAlessandria

    Жыл бұрын

    Una luce nel buio

  • @gianfrancofasce3283

    @gianfrancofasce3283

    Жыл бұрын

    Suo zio ha avuto una grandissima fortuna, decine di migliaia sono invece morti prigionieri nelle marce del "davai" verso i campi di sterminio sovietici

  • @andreabarbi8198

    @andreabarbi8198

    Жыл бұрын

    Bellissima testimonianza

  • @UbermenschOst

    @UbermenschOst

    Жыл бұрын

    Se la luce è "fucilati tutti tranne uno"..... Siamo nella totale oscurità.

  • @valeriocaluzzi1617

    @valeriocaluzzi1617

    Жыл бұрын

    @@UbermenschOst forse se ti istruisci un poco capisci

  • @alessandrofrison8152
    @alessandrofrison8152 Жыл бұрын

    Da Alpino figlio e nipote di alpini ti ringrazio di ricordare questa tragica battaglia per la sopravvivenza. Quando crollò l'Unione sovietica la associazione nazionale alpini volle, come gesto di solidarietà e riconciliazione, costruire un asilo per bambini a Rossosch laddove ci fu il comando delle truppe Alpine. L'opera fu realizzata con il contributo,in denaro e lavoro, volontario dai soci stessi dell'A.N.A.. Rendo noto questo per specificare,a chi non lo conoscesse, che gli alpini non sono gli sbevazzoni molestatori di Rimini,ma gente che ricorda e si spende per gli altri. W gli alpini e w la pace ☮️

  • @FondriniAlberto

    @FondriniAlberto

    Жыл бұрын

    Un ex comandante alpino e` uno dei principali responsabili dell'attuale guerra in Ucraina, l'ANA non ha il coraggio di dirglielo in faccia ... anzi continua a filarselo ... secondo me sbagliando. Buona Alpinita` Ciao

  • @alessandrofrison8152

    @alessandrofrison8152

    Жыл бұрын

    @@FondriniAlberto scriva all'ana,le responsabilità sono individuali non di gruppo. Se per ognuno che sbaglia la colpa deve ricadere su tutti....

  • @FondriniAlberto

    @FondriniAlberto

    Жыл бұрын

    @@alessandrofrison8152 all'ANA ho pagato il bollino annuale l'altro ieri. Al Gen. GRAZIANO, le dissi in faccia venticinque anni fa. Mi dispiace, le colpe non sono individuali , e se lo fossero non sarebbe accettabile e spiegabile il suo attuale "attualissimo" ruolo dirigenziale in un'azienda produttrice di armi. Se nessuno dice la verità, questa non verrà mai allo scoperto. Buona giornata

  • @alessandrofrison8152

    @alessandrofrison8152

    Жыл бұрын

    @@FondriniAlberto le ripeto le responsabilità sono individuali,ma non è questo il punto. Il mio commento è sul video che parla di nikolajevka e sull'asilo costruito a Rossosch. Non mi interessano i discorsi che fa, sono fuori contesto. Una cosa voglio dirle,io del nazo non ho nulla a che fare,lei non conosce me, la mia famiglia e la mia storia personale quindi eviti certi paragoni,a dir poco spiacevoli INTESI? Concludendo non ho interesse a parlare di questi argomenti e quindi si astenga da tutto ciò. Addio.

  • @FondriniAlberto

    @FondriniAlberto

    Жыл бұрын

    @@alessandrofrison8152 scusami per averti dato del "nazzo" ... l'esempio che lo citava l'ho cancellato ancor prima della tua risposta, ma era l'unica cosa fuori tema. Per il resto, avendo tu citato l'ANA e le belle cose fatte in passato, ho risposto che oggi l'ANA non mi piace. Non mi piace perché se cerchi un video prenatalizio dell' associazione vedrai che leccano il culo in modo mostruoso al Generale sopracitato. Gen. ITALIANO e degli ALPINI, che dal novembre 2018 al maggio 2022 e` stato il PRESIDENTE DEL COMITATO MILITARE DELL'UNIONE EUROPEA, ed oggi l'Europa e` in guerra, ed oggi il "pensionato coi miei ed i tuoi soldi" e` dirigente dell'azienda italiana che da le armi all'Ucraina ... coi miei ed i tuoi soldi! Mi incazzo perché nelle trincee di oggi trovi le piastrine dei nostri "veci" e la colpa e` anche di un Alpino che ... avendo il ruolo per consigliare militarmente ci ha buttati in guerra ... o hai fatto male il tuo lavoro o hai spinto perché fosse così. Le responsabilità non sono individuali, è come il Quatargate ... se Quatar e Marocco ti comprano due europirlaparlamentari, vuoi che le multinazionali delle armi non convincono un corruttubile italiano. Scusa ancora per l'esempio fatto, ma se metti il simbolo della pace politica delle domande. Buona serata

  • @brina9807
    @brina9807 Жыл бұрын

    Grazie per questo video. Mio padre, artigliere da montagna, combatté a Nikolajevka ma non volle mai parlarne. Quando uscì il libro di Bedeschi su questa battaglia, non riuscì ad andare oltre il terzo capitolo, tanta era la commozione nel rivivere quell'inferno. Vi fu decorato, ma non volle mai raccontare perché, nemmeno a mia madre.

  • @giulianomeneghini8782

    @giulianomeneghini8782

    Жыл бұрын

    Ovviamente in un periodo meno tragico, ho prestato servizio in artiglieria da montagna anch'io. Ricorda il gruppo di appartenenza di suoi padre?

  • @liviopiazzo1301

    @liviopiazzo1301

    Жыл бұрын

    Grazie per la testimonianze

  • @stefanopapa4471

    @stefanopapa4471

    Жыл бұрын

    Grazie per la testimonianza, in base alla decorazione può trovare la motivazione nei database presenti su internet o facendo richiesta al Centro Documentale di competenza.

  • @maurosalvi7292

    @maurosalvi7292

    10 ай бұрын

    Idem mio padre artigliere da montagna non volle mai parlarne...

  • @brina9807

    @brina9807

    4 ай бұрын

    ​@@stefanopapa4471fu decorato dai tedeschi, lui era un soldato semplice. Disse solo che la decorazione gli fu attribuita per atti di eroismo in battaglia. Quella decorazione gli salvò la vita dopo l'8 settembre, quando, incappato in un contingente tedesco, quelli, vista la medaglia, lo lasciarono andare. Non volle mai raccontare altro ed è il mio grande rimpianto non aver insistito, ma ricordare quei momenti lo faceva commuovere fino alle lacrime.

  • @gurka1760
    @gurka1760 Жыл бұрын

    "Autostrasportabili..." l'italiano è una lingua meravigliosa permette di celare dei fallimenti miserabili con giochi linguistici fantastici.

  • @mrwolf84

    @mrwolf84

    Жыл бұрын

    la cosa che non ho mai capito degli italiani, non è tanto del perchè siano nostalgici di una dittatura, ma del perchè siano nostaligici di una dittatura di incompetenti e lecchini.

  • @marcocattoni5514

    @marcocattoni5514

    Жыл бұрын

    @Gurk - concordo, se non fosse per la tragedia dei nostri soldati mandati al massacro dall'ego smisurato del maestro elementare di Predappio, si potrebbe anche ridere sulla versatilità della nostra lingua. E il vizio dei nostri politici è rimasto, "autotrasportabili" fa il paio con l'attuale "occupabili".

  • @massimocallegari4898

    @massimocallegari4898

    Жыл бұрын

    Oltretutto per gli autotrasportabili erano previste dotazioni più leggere... quindi armamento inferiore...

  • @federicom1198

    @federicom1198

    Жыл бұрын

    Ti posso dire che mio nonno era nella divisione Torino una volta mi raccontò di quando capi che erano con le pezze al culo Durante un marcia verso il fronte passarono insieme ad alcuni reparti tedeschi Bene l'artiglieria tedesca era trainata da camion e semicingolati I nostri con i cavalli e i muli Motorizzati a piedi dicevano alcuni soldati

  • @stefanodadamo6809

    @stefanodadamo6809

    Жыл бұрын

    Il paese che ha trasformato l'inceneritore in termovalorizzatore

  • @pietrobonaiti9147
    @pietrobonaiti9147 Жыл бұрын

    Grazie grazie che hai ricordato la vicenda dell'Armir,i nostri soldati mandati allo sbaraglio in Russia anche mio padre c'era era della tridentina del battaglione Morbegno probabilmente si salvò perché era nelle truppe sommeggiate coi muli non direttamente davanti agli schieramenti,ci raccontò tante cose tante cose di privazioni di freddo di compagni morti congelati uccisi privazioni tante privazioni e tante lacrime grazie di aver ricordato questa tragedia

  • @antonellaromano

    @antonellaromano

    Жыл бұрын

    E grazie a te, per aver condiviso questo ricordo.❤

  • @danieledondi9129

    @danieledondi9129

    Жыл бұрын

    Sergentmagiu', ghe ariverem a baita?

  • @quintogambetti1314

    @quintogambetti1314

    Жыл бұрын

    @@danieledondi9129 grande Rigoni Stern❤

  • @sergiomarrocco1926

    @sergiomarrocco1926

    Жыл бұрын

    Come scrissero sia Rigoni che Bedeschi chi tornò ebbe il torto di essere ancora vivo.

  • @jamiroquaglia3473

    @jamiroquaglia3473

    Жыл бұрын

    Quegli uomini erano dei giganti!

  • @metalmikefreeman
    @metalmikefreeman Жыл бұрын

    del battaglione "L'Aquila" della divisione Julia tornarono in patria 159 alpini su circa 900 effettivi. tra i sopravvissuti c'erano solo TRE ufficiali, tra cui un giovanissimo sottotenente, poi decorato di medaglia d'argento al valor militare. Un sottotenente che si chiamava Peppino Prisco.

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Peppino Prisco che fornirà ad Alfio Caruso il materiale per il libro "Tutti i vivi all'assalto". Anzi come dirà Prisco allo scrittore quando volle sapere quali libri potesse utilizzare per il libro, ovvero tutti i libri che aveva in casa. Qualcosa come qualche migliaio di libri.

  • @fabriziomecacci8941

    @fabriziomecacci8941

    Жыл бұрын

    il nostro indimenticabile vicepresidente dell'INTER 💙🖤

  • @paolociolini4353

    @paolociolini4353

    4 ай бұрын

    Vero. Lo sapevo, e grazie per averlo ricordato

  • @ivanbonarelli3112

    @ivanbonarelli3112

    Ай бұрын

    ​@@fabriziomecacci8941Quando scriveva ala madre, le chiedeva sempre come andava la sua Ambrosiana Milano, ex Internazionale termine aborrito dal fascio e quindi cassato.Quando citava il Bologna , allora forte ,diceva:" simpatica squadra il Bologna, specie quando batte l' altra squadretta di Milano e quella squadrina di Torino , non con la maglia granata".

  • @Edinsaonensis
    @Edinsaonensis Жыл бұрын

    La storia di Ugo Bologna, attore che possiamo ricordare per la scena della cena a casa della Mazzanti Serbelloni Vien dal Mare in Fantozzi: Partecipò quindi alla campagna di guerra sul fronte russo, inquadrato nel 3º Reggimento bersaglieri. Nel novembre del 1941, prese parte ai combattimenti di Nikitovka, nel corso dei quali, il 12 novembre, si distinse per il proprio contegno, rimanendo ferito, e guadagnandosi una medaglia di bronzo al valor militare.Fu congedato solo alla fine del conflitto. La storia di Mario Rigoni Stern: «I russi erano dalla parte della ragione, e combattevano convinti di difendere la loro terra, la loro casa, le loro famiglie. I tedeschi d'altra parte erano convinti di combattere per il grande Reich. Noi non combattemmo né per Mussolini, né per il Re, ma per salvare le nostre vite.» E ancora: «Il momento culminante della mia vita non è stato quando ho vinto premi letterari, o ho scritto libri, ma quando la notte dal 15 al 16 sono partito da qui sul Don con 70 alpini e ho camminato verso occidente per arrivare a casa, e sono riuscito a sganciarmi dal mio caposaldo senza perdere un uomo, e riuscire a partire dalla prima linea organizzando lo sganciamento, quello è stato il capolavoro della mia vita...»

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Ugo Bologna ha avuto un ruolo drammatico nel film FACCIA DI SPIA dove interpreta il presidente cileno Salvator Allende.

  • @alessandronatoli6748
    @alessandronatoli6748 Жыл бұрын

    Ciao Gioele, a volte la Storia ti passa di fianco e non riesci a coglierla sul momento... Avevo 8 anni e vivevo a 50 metri dalla parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Bologna. Il parroco era Don Enelio Franzoni, che quando veniva a trovarci per le lezioni di catechismo emanava un'aura di dolcezza e serenità infinita. A volte, ma molto raramente lo sentivamo parlare della sua sua prigionia durante la guerra e di come avesse dato conforto a quei ragazzi che stavano morendo e che lo imploravano di riportarli a casa dalla mamma e lui rispondeva loro che non poteva, ma che avrebbero avuto conforto dalla Madre di tutte le madri, la Vergine Maria. Mai avrei immaginato che quell'uomo così apparentemente fragile, avesse visto e vissuto l'inferno sulla terra in tutte le sue derivazioni. Quando sono cresciuto ho scoperto che era il Tenente Cappellano della divisione Pasubio sul fronte Russo e che era stato insignito della Medaglia d'oro al valor militare, per non avere voluto lasciare i suoi soldati ormai feriti e intrasportabili durante la controffensiva dell'inverno 1942. Non solo lì seguì nei gulag sovietici, ma si rifiutò di essere liberato, nonostante l'offerta dei sovietici finchè ci fossero stati prigionieri italiani. Tornò in Italia con l'ultimo dei reduci nel 1946. Celebrò i 50 anni di sacerdozio con il calice in legno e la pianeta confezionata nel campo di prigionia. E' stato suo malgrado testimone nel processo D'Onofrio da maggio a luglio del 1949 (e su cui suggerirei una pillola, dato che si è fatto di tutto per farlo passare sotto silenzio). La cosa che mi ha lasciato più sconcertato è stato che il comune di Bologna quando è morto nel 2007 ha saputo intestargli solo un giardinetto di poche decine di metri quadri a 100 metri da Santa Maria delle Grazie, quando esistono in città viali kilometrici intestati a Lenin, Togliatti e Stalingrado. Forse... aveva ragione Don Camillo quando diceva che un Paese come l'Unione Sovietica che aveva avuto 20milioni di morti non poteva curarsi delle decine di migliaia di morti del nemico italiano.

  • @ilmionomeenessuno5504

    @ilmionomeenessuno5504

    Жыл бұрын

    Il punto è che gli italiani hanno preferito dimenticare quella pagina di storia (o quantomeno parlarne poco e a bassa voce), inclusi tutti quelli che vi hanno preso parte. Il motivo è che eravamo là per fare la guerra ai sovietici, cosa poco gradita alle sinistre nel dopoguerra, che hanno fatto di tutto per sottacere le nostre responsabilità (e anche i nostri crimini) pur di ingraziarsi Mosca e presentarci come "italiani brava gente", che non volevano davvero fare la guerra contro i russi, che erano tanto buoni e tanto generosi, che dopotutto si sono comportati da amici con la popolazione, eccetera eccetera... Tutte balle ovviamente, ma utili per coprire gli orrori della campagna di Russia, insieme con la cancellazione del ricordo di tutti quelli che vi avevano preso parte, tra cui il cappellano di cui parli (onore a lui). Spero che adesso, ovunque si trovi, sia in pace.

  • @Shiktlah

    @Shiktlah

    Жыл бұрын

    @@ilmionomeenessuno5504 Tutte balle no. Che l'Armir non fosse andato in Russia per una scampagnata mi pare lapalissiano, che una certa parte del corpo di spedizione non brillasse di caritatevole amore è altrettanto banale ( si era in guerra dopotutto) ma che gli italiani non fossero ben visti dalla popolazione russa è falso. Ci sono innumerevoli episodi di fanti, aviatori ed alpini italiani salvati dai contadini russi. Diversa cosa invece per le camicie nere e gli arditi, che oltre alle nefandezze commesse ovunque e non solo in Russia, erano malvisti e mal sopportati persino dai nostri stessi soldati. Non erano per niente rare le risse tra soldati italiani ed ungheresi da una parte e nazisti e fascisti dall'altra, anche se combattevano tutti dalla stessa parte. Molte delle scene narrate nel famoso film "italiani brava gente", che ovviamente è edulcorato enormemente rispetto alla realtà che fu la campagna russa, sono accadute davvero, come la scena del furto dei camion da parte dei tedeschi agli italiani ( cosa che si ripetè anche in Africa a voler ben vedere) e diverse altre. Ovvio che eravamo nemici ed ovvio che non ci si risparmiava certo da entrambi i fronti, ma in diverse occasioni russi da una parte ed alpini e fanti dall'altra non hanno avuto l'odio che invece c'era verso i tedeschi. Quanto alla campagna di Russia ti assicuro che moltissimi di coloro che partivano non avevano la minima idea di dove sarebbero stati sbattuti nè di cosa avrebbero dovuto affrontare. Al corpo alpino ad esempio era stato detto che si sarebbero attestati in montagna ed invece furono sbattuti in pianura dove non erano attrezzati per combattere. I reduci dalla Russia con cui ho avuto l'onore di parlare più volte ( sono un ex alpino della Julia pure io) mi hanno sempre raccontato in modo frammentario e con difficoltà cosa avevano passato. Ho avuto la fortuna di avere testimonianze dirette di cosa fu la tragedia dell'Armir e di come furono trattati i reduci al loro ritorno, purtroppo.

  • @vincenzogalli8475

    @vincenzogalli8475

    Жыл бұрын

    Vero l'URSS pagò sicuramente il tributo di vittime più alto tra militari e civili. Non si possono però eludere le violenze che perpetrarono dapprima sui prigionieri poi anche sui civili una volta entrati in Polonia e Germania. E che dire dei politici italiani che deplorarono e,peggio, ignorarono i reduci. Bellissima le testimonianza di Rigoni Stern ne "Il Sergente nella neve". Mi commossi una volta che sentii la testimonianza dell'Avv. Prisco (ad una ricorrenza Interista) su quanto aveva visto durante la ritirata. Lui S.Ten. degli Alpini ancora piangeva al ricordo di quanti "non sono tornati" per usare le Sue testuali parole.

  • @danieledondi9129

    @danieledondi9129

    Жыл бұрын

    @@ilmionomeenessuno5504 diciamo che si è preferito cancellare i crimini di guerra fatti dai tedeschi e dagli alleati in Italia (p.es.i 50 militari arresisi e fucilati a Sigonella perché Patton non voleva prigionieri italiani), e dagli italiani nei Balcani e qualcosa in Francia del sud. Armadi di pratiche/processi nascosti nelle cantine del Ministero della Difesa: gli USA a capo della Nato non avevano interesse a ripercorrere i crimini di guerra, soprattutto con i nuovi alleati della Germania federale e dell'Italia, gli sconfitti. Quindi nessun processo ai nazisti in Italia, escluso Fosse Ardeatine e Marzabotto, e nessun processo per i criminali di guerra italiani, tra le 1500 e 3000 persone, la cifra esatta non è mai stata resa nota. Abbiamo mai condannato i marocchini francesi o il loro comandante che hanno violentato i civili in Ciociaria dopo lo sfondamento della linea Gustav? O i fucilatori di Sigonella? Pietoso velo.

  • @edogiglio3220

    @edogiglio3220

    Жыл бұрын

    Commovente, grazie!

  • @christianvalentini5270
    @christianvalentini5270 Жыл бұрын

    Mio nonno fece la ritirata dell’ARMIR, era del 1920. Fortunatamente tornò sano e salvo. È venuto a mancare nel 2004. Ciao Nonno

  • @jeanjeudi6364
    @jeanjeudi63647 ай бұрын

    Un mio paesano venne catturato durante la ritirata nel gennaio 1943 e mandato prima a Tambov e poi in Asia centrale, in Mongolia diceva lui, a coltivare il lino. Funzionava che più lino lavoravi e più mangiare ti davano. Alla fine della guerra era così bravo che i sovietici gli chiesero se voleva restare lì a lavorare e gli davano una casa e animali da cortile. Rifiutò e ritornò in Italia alla fine del 1946. Ciao Bruno.

  • @Shiktlah
    @Shiktlah Жыл бұрын

    grazie Gioele per la ricostruzione. Da ex alpino( ma in realtà una volta alpini lo si è per sempre) della Julia ho ascoltato molte testimonianze di reduci, persino di uno dei ragazzi del '99 ad una adunata, diversi anni fa, che girava con la divisa coloniale con cui partì volontario. Non ti dico quello che ho visto negli occhi di quelle persone e di quanta fatica abbia fatto per non piangere. Mi rammento solo che si era almeno un centinaio di alpini, in piazza, ad ascoltare alcuni di questi reduci e non volava una mosca c'era un silenzio irreale e nessuno osava nemmeno tossire. Dopo le varie storie non c'era nessuno che avesse voglia poi di parlare più di tanto.

  • @antonellaromano
    @antonellaromano Жыл бұрын

    Francesco Masala, uno scrittore sardo, ha dedicato ai soldati partiti dall'assolata Sardegna, per il fronte russo, un libro struggente "Sos laribiancos" ( quelli dalle labbra bianche). Da quest'opera è stato tratto un film ed una piece teatrale. Io l'ho letto e devo dire che è molto bello e coinvolgente. La guerra è una tragedia immane e va ricordata. Grazie Gioele ❤😔

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Ho visto il film e mi ha fatto molto pensare. Ci sono anche altri libri come "Centomila gavette di ghiaccio" di Giulio Bedeschi; "Tutti i vivi all'assalto" di Alfio Caruso; "La guerra dei poveri" di Nuto Revelli; "Fronte russo c'ero anch'io" di Giulio Bedeschi; "La ritirata di Russia" di Egisto Corradi; "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern. Spero di non aver disturbato o di aver mancato di rispetto. Cordialmente

  • @antonellaromano

    @antonellaromano

    Жыл бұрын

    @@alessandrofarris7714 Figurati, grazie per avere consgliato quei titoli; alcuni li ho letti, ma altri no.😊

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    @@antonellaromano Se occorre sono disponibile al confronto di libri e scambio di conoscenza.

  • @costantinoandruzzi2219

    @costantinoandruzzi2219

    Жыл бұрын

    kzread.info/dash/bejne/gGmFzMawo9PWgsY.html&ab_channel=SergioMereu (un film davvero prezioso)

  • @antonellaromano

    @antonellaromano

    Жыл бұрын

    @@costantinoandruzzi2219 Grazie mille❤😁

  • @federicom1198
    @federicom1198 Жыл бұрын

    Mio nonno combatte in Russia nella divisione Torino e fu fatto prigioniero durante piccolo Saturno e diciamo che i soldati russi lo trattarono con umanità (gli offrirono pure un goccetto di vodka) ma la prigionia fu un'inferno le guardie (era kazaki) maltrattavano i prigionieri e lo resero zoppo Una cosa che mi fa ancora effetto è che entrambi i miei nonno che fecero la wwii sono le loro lacrime nel raccontarmi quegli eventi

  • @Alino17
    @Alino179 ай бұрын

    Grazie, bellissimo lavoro di divulgazione storica. La vergogna della nostra storia recente. Povere persone, povere vittime delle menzogne, cialtronerie ed incapacità di un regime di cartapesta

  • @user-ro6lf5ud6v

    @user-ro6lf5ud6v

    2 ай бұрын

    "La vergogna della nostra storia recente". Esatto!

  • @giuseppecordara7065
    @giuseppecordara7065 Жыл бұрын

    Un esposizione ottima, ma vorrei aggiungere, essendo nato nel 1966 e cresciuto in un paese vicino Cuneo, ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere alcuni di quegli eroi sopravvissuti, che mi raccontarono ,che se erano ancora vivi e con le loro famiglie, dovevano spesso ringraziare i russi che li aiutarono, sfamandoli e offrendogli un riparo. Purtroppo la situazione ,non era felice neanche per i russi stessi pensiamo solo che ebbero 10.000.000 di morti, dovuti alla guerra

  • @annamariapeli6025
    @annamariapeli6025 Жыл бұрын

    Grazie per aver ricordato i nostri ragazzi sacrificati come carne da macello. Io conoscevo bene un reduce, non parlava mai della sua esperienza perché ricordare lo faceva soffrire per troppo. Un altro del mio paese è tornato solo qualche anno fa, in una casetta di legno e consegnato nelle mani del figlio che non ha mai conosciuto

  • @LucretiusNigro

    @LucretiusNigro

    Жыл бұрын

    Ho conosciuto anch'io un reduce del fronte russo, era zoppo, non aveva più un piede, congelato; era partito a diciannove anni; anche lui preferiva non parlarne, e me lo disse con un sorriso "triste" che non mi permise più di chiedergli nulla (quelle vicende mi impressionavano molto, e quando i vecchi accennavano a quegli eventi, la guerra, la resistenza, ascoltavo, avido, impressionato). Un reduce d'Africa, più loquace, mi ha raccontato, quasi con le lacrime, mettendosi le mani in faccia (io ero un ragazzino e la cosa mi emozionò non poco), mi raccontò che era alla "mitraglia" e quando gli inglesi andarono all'assalto, in campo aperto, all'inizio sparò al di sopra delle loro teste (o a terra, non ricordo più) per dirgli di fermarsi... poi al loro avvicinarsi dovette aggiustare il tiro... li vedeva cadere, in tanti... (in realtà gli inglesi disse di averli visti solo alla fine, quando poi ritirandosi furono accerchiati, e che quelli che andavano all'assalto erano "mori", "di tutte le razze", gli facevano una gran pena).

  • @paolocovolo8152

    @paolocovolo8152

    Жыл бұрын

    E restato in Russia per quanto tempo?

  • @annamariapeli6025

    @annamariapeli6025

    Жыл бұрын

    @@paolocovolo8152 non lo so con esattezza, inizialmente fu dato per disperso, ma poi quando alcune associazioni poterono andare in Russia a recuperare i morti, dopo il 2000, trovarono i suoi resti, contattarono il figlio e li riportarono in Italia

  • @gianantonioarzuffi5078
    @gianantonioarzuffi5078 Жыл бұрын

    Un commosso ricordo a mio zio Guglielmo ( 1921-2005) , alpino della Julia che questa battaglia la combatté. Dopo che gli alpini, riuscirono a rompere l'accerchiamento, lui assieme a suoi commilitoni superstiti , raggiunsero a piedi Varsavia ! * Mai strack !*

  • @fabiofiori6220
    @fabiofiori6220 Жыл бұрын

    Onore a quei fratelli italiani che braccati,al freddo e senza camion riuscirono a tornare....molti sono morti e mai piu trovati....ricordarli mi sembra DOVEROSO per le future generazioni.

  • @kitchen_dog

    @kitchen_dog

    Жыл бұрын

    Non c'è nessun onore. Se la popolazione italiana si fosse rivoltata nessuno di quei ragazzi sarebbe finito al fronte. La storia si ripete anche ai nostri giorni, in cui il pensiero unico (col pretesto sanitario) ha predominato e imposto regole e imposizioni assurde.

  • @effeerre7194

    @effeerre7194

    Жыл бұрын

    ​@@kitchen_dog utopia

  • @kitchen_dog

    @kitchen_dog

    Жыл бұрын

    @@effeerre7194 utopia fin quando le regole del calcio si conosceranno meglio dei propri diritti e dei propri doveri. In quella battaglia credo partecipò anche uno dei miei nonni, finì poi prigioniero in Siberia. La maggioranza di quei ragazzi non fecero ritorno e tutti dovettero passare delle sofferenze infernali. Ci sono dei bei libri che raccontano testimonianze su cosa passarono quei ragazzi, sono le testimonianze ma noi li percepiamo come racconti. Ci furono dei responsabili, ma il senso dell'ingiustizia viene incanalato in situazioni estremamente banali. Non provoca nessuna rabbia quando uno di questi corpi torna in Patria dentro ad una scatola, mentre per un rigore negato si può andare avanti per anni a menarla.

  • @tersite.

    @tersite.

    Жыл бұрын

    Ma che ci facevano in Russia?

  • @effeerre7194

    @effeerre7194

    Жыл бұрын

    @@tersite. una crociera

  • @claudiogiorgi7930
    @claudiogiorgi7930 Жыл бұрын

    Sul fatto che l'equipaggiamento è l'addestramento fossero improvvisati ho la testimonianza scritta di mio padre, 81° fanteria Torino. Fecero l'addestramento a Bellizzi, vicino Battipaglia, e fino a pochi giorni dalla partenza non sapevano se sarebbero partiti per l'Africa o per la Russia. Poi, siccome il Padreterno aveva deciso di salvarlo (e di permettere a me di nascere), venne trasferito ad un costituendo nuovo reparto, il CIII battaglione mitraglieri di C. A., e andò da tutt'altra parte. Quella fu la prima volta che mio padre scampò la morte, l'81° fanteria fu distrutto in combattimento.

  • @dariopagliarino8220
    @dariopagliarino8220 Жыл бұрын

    Piccolo dettaglio Se cercate oggi il villaggio di Nikolaievka non esiste più È stato integrato nel complesso urbano della città di Livenka

  • @urko4273
    @urko4273 Жыл бұрын

    Colpisce, ai giorni nostri, la differenza tra le foto e le immagini di quel periodo piene di neve e di ghiaccio, e le immagini oggi che arrivano dalle pianure ucraine, molto fredde ma non altrettanto ghiacciate. Il cambiamento climatico è evidente. Purtroppo ancora si combatte e si muore da quelle parti. Ottimo il riferimento a Cimmino, grande alpino e divulgatore di storia militare. Grazie per il contributo Gioele. Ricordare le vicende di quei ragazzi, quanto soffrirono e quanto dovettero lottare sia contro altri uomini sia per resistere alla fatica, alla fame e al freddo, forse aiuterà i ragazzi di oggi e quelli del futuro ad affrontare meglio la vita, con le difficoltà, i sacrifici e le sofferenze che si possono incontrare.

  • @dajeroma1970
    @dajeroma1970 Жыл бұрын

    Questo video, stupendo ed affascinante, per un ex alpino, lo farei vedere a ripetizione a diffusione nazionale, con dedica speciale a quei beoti tifosi da stadio, tra cui moltissimi giornalisti, che auspicano un intervento diretto in una guerra che non è nostra, oggi come allora al fianco dei nazisti.

  • @silviacuni2256
    @silviacuni2256 Жыл бұрын

    È uno spaccato di questa guerra che fa pensare. Ora ricordo quando mia nonna mi raccontava del suo zio, del quale non ricordava nemmeno il nome, che in questa azione perse la vita. La cosa triste è che in tante famiglie esiste il ricordo di un parente che "è restato in Russia", spesso con una lacrima o con un sospiro triste. Nella mia famiglia gli uomini, perciò mio padre, i miei nonni, e credo anche i bisnonni, fecero il servizio militare negli Alpini. Forse ora concio a capire l'orgoglio che sta dietro, o sotto se si preferisce, a quel cappello con la penna nera. Se non sbaglio anche un prete militare, Padre Brevi, restò in Russia e nel mio paese di provenienza nella piazza del comune una lapide lo ricorda ancora. Grazie per questo video. 😊

  • @eugeniofossat6984
    @eugeniofossat6984 Жыл бұрын

    Ciao Gioele, ti ringrazio per aver raccontato questa storia, personalmente l'ho sentita raccontata da mio nonno, che purtroppo l'aveva vissuta. E se pur per poco, mentre ascoltavo il tuo video, rivivevo quei momenti, grazie per avermelo riportato alla memoria e alla vita se pur per poco. Grazie infinite ❤

  • @antonioledda8386
    @antonioledda8386 Жыл бұрын

    Il prof. Cimmino e' veramente esaustivo , molto bravo. Trasportabili, Un eufemismo tipico italiano

  • @pm485
    @pm485 Жыл бұрын

    Grazie Gioele per aver raccontato, con il tuo solito garbo, una tragedia che per me, anche se le classifiche in situazioni del genere sono sempre inopportune e forse senza senso, è seconda solo alla prima guerra mondiale. Ho letto tra i commenti che è stata riportata la frase che il "sergente" ripete a Giuanin nel Sergente nella neve. Anche io non posso dimenticare quella frase, quel libro e il mare di emozioni e di commozione che ho provato nel leggerlo. Nell'ascoltare la pillola di oggi mi sono ritrovato proiettato negli stati d'animo di quando leggevo quel libro. Un saluto a te Gioele e a tutti coloro che seguono il tuo canale.

  • @mrwolf84
    @mrwolf84 Жыл бұрын

    "Perché lui era certo che io sapessi come sarebbe andata a finire la guerra, chi sarebbe restato vivo, chi morto e quando. Così io rispondevo con sicurezza: - Sì, Giuanin, ghe rivarem a baita"

  • @annamariapeli6025

    @annamariapeli6025

    Жыл бұрын

    Giuanin purtroppo a casa non torno', ma anch'io come te questa frase mi fa sempre commuovere

  • @giovannificetola6544

    @giovannificetola6544

    Жыл бұрын

    splendido e drammatico

  • @cristinanicolis9118
    @cristinanicolis9118 Жыл бұрын

    Grazie Gioele. Anche mio papà Angelo era della Tridentina. Grazie per la chiarezza e l'umanità con cui ricordi questa pagina.

  • @Belfagor.
    @Belfagor.4 ай бұрын

    Mio padre dopo essere già stato mandato in Albania fu mandato in Russia, lui tornò ma il fratello no, mio padre durante la ritirata ebbe un congelamento a un piede e fu ricoverato a Leopoli, una volta guarito al rientro in Italia in treno fu fermato dai tedeschi al Brennero perché nel frattempo eravamo passati con gli alleati e cosi si fece ancora due anni di prigionia in Germania. Di mio zio non abbiamo più saputo niente, si dice che fu abbandonato in una cascina perché aveva le gambe congelate, probabilmente sarà morto li senza le cure adeguate.

  • @AlessandroMesere-zp3tt
    @AlessandroMesere-zp3tt4 ай бұрын

    Che dire di quelle tragiche vicende che furono le spedizioni italiane sul fronte russo, prima il CSIR poi come se non bastasse, l'ARMIR. Posso solo dire che due cugini di mia mamma furono spediti in Russia, uno del 1921 era geniere radiotele grafista del CSIR, generale Messe. L' altro del 1922 era alpino dell'ARMIR, generali Gariboldi e Nasci. Entrambi fratelli sul.fronte russo, il geniere radiotelegrafista e l'alpino, riuscirò no a sopravvivere alla terribile e tra gica Ritirata di Russia e a fare ritor no in Italia rispettivamente il primo nel dicembre 1942 e il secondo nel marzo 1943, ovviamente semiassi derati e congelati, a bordo di un l'un go treno ospedale. Dai loro racconti sofferenze incredibili, freddo insop portabile e glaciale, con temperatu re polari fino a 40/45 gradi sotto zero, tormente di vento, neve in una landa bianca di steppa desolata e sconfinata per centinaia di km. E poi morti a decine di migliaia, uno scen ario macabro da fare spavento. Ecco tutto questo è stato quella scia curata Campagna di Russia. La gran de colpa del criminale regime fascia ta e della complice e vigliacca mona archia fu il mandare migliaia di giov ani italiani a combattere e a morire in una guerra già persa in partenza e fin dall'inizio. Onore ai Caduti per un' Italia che non dimentica il loro dram ma e sacrificio. Sandro Aosta Italia

  • @salvatorepalimodde8473
    @salvatorepalimodde8473 Жыл бұрын

    Personalmente una delle pillole meglio raccontate, complimenti Gioele.

  • @laBibliotecadiAlessandria

    @laBibliotecadiAlessandria

    Жыл бұрын

    Grazie!

  • @fabioboniotti8707
    @fabioboniotti8707 Жыл бұрын

    Da alpino vorrei ringraziarti per aver postato questo video 👍

  • @gennaromarcone3483
    @gennaromarcone3483 Жыл бұрын

    Grazie Gioele per questa indimenticabile pagina di storia.... Ma purtroppo debbo constatare che noi italiani non abbiamo imparato nulla da quelle tragiche pagine di morte, dolore, sofferenza ....e superficialità di chi ha mandato a morire migliaia di italiani per nulla.

  • @gmianulli
    @gmianulli4 ай бұрын

    Un altro libro sulla ritirata di Russia è "I più non ritornano. Diario di ventotto giorni in una sacca sul fronte russo (inverno 1942-43)" di Eugenio Corti che fu tra coloro che riuscirono a tornare a casa da quel disastro.

  • @MarcoValerioGiovannini
    @MarcoValerioGiovannini2 ай бұрын

    Complimenti davvero per la chiara e precisa esposizione dei fatti. Condensare un argomento così articolato in poco più di mezz’ora non è affatto semplice. Nulla da aggiungere, se non il fatto - qui accennato - che la follia distruttrice dell’uomo non accenna a placarsi, dimostrandoci che la storia non ci ha ancora insegnato nulla.

  • @marcostefanoboietti6013
    @marcostefanoboietti6013 Жыл бұрын

    Grazie per questo infelice racconto che mi riporta al libro di Bedeschi. Rimane uno degli episodi di maggior fulcro nella campagna di Russia. La sproporzione che hai citato sui treni lascia a dir poco sbigottiti. C'è poi un 'altro aspetto che lascia inquietanti, ovvero quelli che scamparono alla morte perché tratti in salvo da donne russe con le quali in seguito si sposarono e formarono una famiglia. Al riguardo "I girasoli" è un film tanto esemplare quanto di profonda umana tristezza.

  • @MichG

    @MichG

    4 ай бұрын

    Mi dispiace ma non fu" uno degli episodi di maggior fulcro della campagna di Russia"...a meno che non sia inteso per la parte italiana. E lo dico da alpino,figlio di alpino, nipote e pronipote di alpini dell'ARMIR

  • @marcostefanoboietti6013

    @marcostefanoboietti6013

    4 ай бұрын

    Buongiorno, vero è che, come affermato nel video, la ritirata di Russia fu la più epica tragedia della seconda guerra mondiale. Avendo letto i testi di Bedeschi ho fatto riferimento ai suoi testi senza nulla togliere ad altri episodi più gloriosi del corpo italiano cui va la mia più alta stima e considerazione

  • @fabiosuperbi3734
    @fabiosuperbi3734 Жыл бұрын

    Complimenti per come ha raccontato questo evento storico, e grazie.

  • @andrearonchetti9837
    @andrearonchetti9837 Жыл бұрын

    quei pochi che tornarono in Italia vennero messi in campo di contumacia per non far vedere alla gente in che stato erano ridotti. Anche questa umiliazione subirono

  • @Ratzifol

    @Ratzifol

    Жыл бұрын

    Si mio padre era nel XXVI ccrv rientrato in Italia messo in contumacia ospedale di Ancona per difterite e tifo.

  • @marioshobbyhq
    @marioshobbyhq Жыл бұрын

    Grazie per questo ricordo! Per chi volesse approfondire consiglio la serie Battlestorm: Stalingrad di Tik (uno KZreadr che si occupa di questioni militari e geopolitiche legate alla 2GM) - è in inglese ma affronta e sfata molti dei luoghi comuni sulla questione. Grande Cimmino, ovviamente!

  • @faustinoguido
    @faustinoguido Жыл бұрын

    Un mio vecchio zio ha partecipato alla campagna di Russia. Mi raccontò della ritirata e della battaglia di Nikolaevka. Raccontava di come persino i russi li invitavano a dormire nelle loro stalle perchè provavano compassione per loro. Ricordo che mi raccontò di un suo commilitone che la notte, probabilmente in preda ai deliri del freddo e l'orrore della situazione che stavano vivendo, gridava dicendo quanto fossero buoni gli spaghetti che stava mangiando. La mattina lo trovarono morto assiderato.

  • @marioricci4208
    @marioricci4208 Жыл бұрын

    Complimenti. Mio padre è stato un alpino e nella mia gioventù ho avuto l’onore di incontrare e conoscere un reduce dalla Russia. Penso sia incredibile, visto con gli occhi di oggi, lo sforzo immane che questi ragazzi intrapresero. Sicuramente sbagliammo noi italiani a intraprendere questa assurda campagna (e tutta la guerra, non voglio politicizzare). Ma è stupendo che rimanga il ricordo dello sforzo incredibile che un gruppo di giovanissimi italiani abbia fatto pur di riuscir a tornare a casa. Probabilmente erano altri tempi, con altri (livelli) di coesione. Io a 29 anni mi stupisco di chi abbia il coraggio di combattere per per le proprie ideologie ( che siano giuste o sbagliate ). Vedendo la mia generazione farei molta fatica a trovare chi possa riconoscere veramente le difficoltà, e le privazioni che passarono i nostri nonni. Perdonatemi per errori ortografici o verbali 😅

  • @AlessandroMesere-zp3tt
    @AlessandroMesere-zp3tt4 ай бұрын

    Nikolajewka ha rappresentato senza dubbio la battaglia più famosa e celebrata della tragica vicenda del Corpo d'Armata Alpino dell'ARMIR. Ma la battaglia più dura e sanguino sa del Corpo d' Armata Alpino Italia no sul fronte russo è stata in realtà quella di Nowo Postojalowka, com battuta per ben 48 ore il 19 e 20 gen naio 1943 e che vide le divisioni Cun eense e Julia pressoché distrutte. Con la perdita dell'80 e più per cento dei propri organici ed effettivi, come ben riporta nei suoi toccanti scritti e resoconti Giulio Bedeschi..I supersti ti reparti alpini della Cuneense e del la Julia che uscirono indenni dal ter ribile scontro armato di Nowo Posto jalowka andarono ad aggregarsi i più fortunati alla divisione Tridentina seguendone la sorte e la salvezza a Nikolajewka e oltre, gli altri invece, meno fortunati, finirono a Waluiki dove le truppe russe li attendevano al varco. E la maggior parte di essi fu uccisa e presa prigioniera. Veloci reparti sciatori siberiani e mongoli, cavalleria cosacca, carri armati russi T 34 e mastodontici e gigante schi carri semoventi KV 2 da 50 ton nellate dell'Armata Rossa, veri most ri corazzati, rastrellarono la steppa gelata e per la Cuneense e la Julia non ci fu scampo e salvezza. Quei pochi sbandati e dispersi italiani che vagavano nella steppa furono inoltre mitragliati senza pietà dagli aerei ru ssi. E sulle divisioni Cuneense e Julia calò il silenzio. Di esse rimase solo il ricordo nelle valli e località cuneesi e piemontesi e friulane e carniche. Nowo Postojalowka rap presentò il martirio della Cuneense e per la maggior parte della Julia, mettendoci anche Waluiki. La batta glia di Nikolajewka fu l'ultima dram matica stazione della Via Crucis della Ritirata di Russia di ciò che rim aneva del Corpo d'Armata Alpino dell'ARMIR, con la sola Tridentina ancora in parte efficiente e valida. Le responsabilità della disfatta dell' ARMIR e del coinvolgimento dell' Italia nella Seconda Guerra Mondia le sono da imputare al criminale e folle regime fascista e alla complice e vigliacca monarchia che mandaro no cinicamente a combattere e a morire decine di migliaia di giovani italiani in Russia, a 4000 km dall'Ital ia. Sandro Aosta Italia

  • @giancarloricci8142
    @giancarloricci8142 Жыл бұрын

    Bravo,questa volta mi hai fatto commuovere con la tua descrizione è stato come se fossi presente a quella tragedia; complimenti per questa pillola.

  • @giulianomeneghini8782
    @giulianomeneghini8782 Жыл бұрын

    E' la prima volta che vedo un video su questo canale e non ho nessuna difficoltà ad ammettere che sono stato piacevolmente sorpreso per la sobrietà e la precisione della narrazione; complimenti sinceri. Posso però permettermi un piccolo appunto? Intorno al 20° minuto lei afferma che prima di iniziare la ritirata vennero abbandonati gli armamenti pesanti. Ad essere sinceri il C. A. Alpino non disponeva di questi materiali: i pezzi più grandi di artiglieria che aveva a disposizione erano i 75/13 (preda di guerra del 1918...) in dotazione ai Gruppi di Artiglieria Alpina, dodici per ogni Gruppo. Questi pezzi si rivelarono utilissimi in molti frangenti, almeno fino a quando durarono le munizioni; solo dopo l'esaurimento di queste i pezzi venivano abbandonati dopo lo smontaggio dell'otturatore per renderli inutilizzabili. Alcuni pezzi del 2° Reggimento Artiglieria (div. Tridentina) spararono anche a Nikolajewka. Incredibilmente il cap. Gallarotti, comandante della 32ma batteria del Gruppo Artiglieria Alpina "Bergamo" riuscì a portare fuori dalla sacca tutti e quattro i pezzi che aveva in dotazione.

  • @laBibliotecadiAlessandria

    @laBibliotecadiAlessandria

    Жыл бұрын

    Avevo trovato la cosa riportata in molte fonti, forse si riferivano ad armamenti che avevano ricevuto dai tedeschi?

  • @giulianomeneghini8782

    @giulianomeneghini8782

    Жыл бұрын

    @@laBibliotecadiAlessandria Premetto che sto andando quasi a memoria, ma mi sembra di ricordare che il solo aiuto ricevuto dai tedeschi in tema di artiglierie furono i pezzi controcarro da 75/38 (molto più efficaci dei nostri) raggruppati nella 76ma batteria del cap. Miglietti (div. Tridentina). Si rivelarono molto utili durante la ritirata.

  • @eugeniocamporato8427
    @eugeniocamporato8427 Жыл бұрын

    Ciao Gioele , e ben tornato sul mio computer. GRAZIE COME SEMPRE PER IL LAVORO CHE FAI!

  • @ilferrodisupo7776
    @ilferrodisupo7776 Жыл бұрын

    Grazie che hai fatto questa pillola per me in paricolare per 2 motivi: 1)ho un bis zio(cugino di mia nonna) reduce dell'armir il quale si è salvato grazie ad una contadina russa. 2)buono a sapersi riguardo della giornata in memoria di questi ragazzi visto che non tutti sanno quello che è successo.

  • @leonardobattaglia8041
    @leonardobattaglia8041 Жыл бұрын

    Grandissimo, chiaro nelle spiegazioni e obiettivo nei racconti, anche quelli più scomodi. Sarebbe carina una timeline da aggiungere ai video se non costa troppo tempo.

  • @axlmasaxlmas
    @axlmasaxlmas4 ай бұрын

    Grazie per questo bellissimo video e anche per la segnalazione del video illuminante del prof. Marco Cimmino

  • @claudiorigano2598
    @claudiorigano2598 Жыл бұрын

    Ottima e precisa descrizione dei fatti. Bravo!

  • @danielegiangrasso2173
    @danielegiangrasso2173 Жыл бұрын

    Bravissimo come sempre, una storia triste che non dovrebbe essere dimenticata

  • @giulianogorelli1288
    @giulianogorelli1288 Жыл бұрын

    Onore ai nostri soldati spero che nessuno dimentichi

  • @Rova1788
    @Rova1788 Жыл бұрын

    Sto ascoltando l’audiolibro del sergente sulla nevi di mario rigoni stern prima di ascoltarlo l avró letto 2/3 volte insieme a centomila gavette di ghiaccio letto almeno 4 volte libri da pelle d’oca! Grazie mille per questo video come sempre!!

  • @angelaalbanello8691
    @angelaalbanello8691 Жыл бұрын

    Grazie ❤ Mio nonno era Alpino della Julia, in Russia con la 83ma compagnia cannoni c/c da 47/32. Reduce, purtroppo non ha raccontato quasi nulla, per questo mi sono messa, per quanto possibile, sulle sue tracce leggendo più libri che posso sull’argomento.

  • @maximusmeridio1970
    @maximusmeridio1970 Жыл бұрын

    Ottima spiegazione, non conoscevo i particolari della battaglia di Nikolajevka.

  • @armandomantovani4889
    @armandomantovani4889 Жыл бұрын

    Un grazie e un complimento per i contenuti del canale

  • @gabrielepazzelli9615
    @gabrielepazzelli96154 ай бұрын

    Grazie per questo episodio che non conoscevo

  • @matteomascella333
    @matteomascella333 Жыл бұрын

    Complimenti per il tuo lavoro!

  • @g_orwell8253
    @g_orwell8253 Жыл бұрын

    Ho seguito con molta attenzione il video da te consigliato del prof. Cimmino, come alcuni altri video dedicati a battaglie altrettanto famose: i fatti sono esposti in modo abbastanza fedele, ma sono associati a valutazioni e giudizi politici a dir poco oltraggiosi. Un esempio per tutti: il passaggio in cui si addossa all'industria bellica e alla catena di comando militare la responsabilità delle incredibili inadeguatezze logistiche è tecnologiche italiane, in chiave assolutoria delle responsabilità di Mussolini, tenuto all'oscuro, tralasciando il piccolo particolare che lo stesso Duce era capo del governo, ministro della guerra, ministro della marina e dell'aviazione, e che in definitiva aveva la competenza esclusiva sulle carriere delle gerarchie militari a cui lo stesso Cimmino vorrebbe addossare le principali responsabilità. Tralasciando il particolare della gestione di tali carriere operata dallo stesso Duce in chiave politica interna. Tralasciando altresì il particolare del fastidio con il quale il Duce era solito accogliere i rapporti tecnici sullo stato degli equipaggiamenti, e i fantasiosi espedienti lessicali da egli stesso coniati o promossi per dissimulare l'inadeguatezza logistica e tecnologica delle forze armate italiane che egli si piccava di comandare pur senza possedere alcuna competenza in merito. Anche sui dettagli tecnici ci sarebbe molto da obiettare: Cimmino definisce la mitragliatrice Breda "una buona arma ma delicata", arma che i soldati al fronte ribattezzarono come "la Giuda" per la sua famigerata inaffidabilità. Potrei andare avanti nell'elenco delle enormi responsabilità storiche di quel volgare capobanda (cit.) che Cimmino definisce "straordinario uomo politico" nel video da te consigliato, ma mi fermo per il momento qui, limitandomi a suggerire fonti più serie.

  • @robertocaprasecca2563

    @robertocaprasecca2563

    Жыл бұрын

    "volgare capobanda!" Esatto.

  • @matteopadovan2810
    @matteopadovan2810 Жыл бұрын

    Grazie Gioele, un cugino di mio nonno è letteralmente scomparso a Nicolaevka . Un saluto

  • @PaoloB._VI
    @PaoloB._VI Жыл бұрын

    Tre cose: confermo il ricordo di Mario Rigoni Stern, lo "spettacolo" di Paolini, l'omonima canzone dei Crodaioli.

  • @leonardo_conti
    @leonardo_conti Жыл бұрын

    bella storia. mi piace il tuo modo di raccontare.

  • @lorenzoscardapane2086
    @lorenzoscardapane2086 Жыл бұрын

    Hai raccontato ottimamente la pillola! Mi piace molto la tua imparzialità, e il modo, tramite parole semplici, in cui racconti le cose. Lessi il libro "Sergente della Neve" due estati fa e ne rimasi colpito, di come le condizioni umane / delle attrezzature erano nell'inverno 1942. Comunque, ci tengo ad aggiungere che effettivamente il CSIR nel 1941/1942 ( prima del trasformamento in Armir) venne impiegato in battaglia, tipo a Dnipropetrovsk e a Stalino.

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Il CSIR, al comando del generale Messe, combattè molto bene in Unione Sovietica. Nonostante le divisioni "autotrasportabili", i camion troppo grandi per i tratturi di campagna (erano i FIAT 626 che si impantanavano tranquillamente nella rasputitza russa), nonostante le artiglierie inadatte. Eppure fecero un figurone con il poco che avevano. Messe, in un colloquio con Mussolini, chiederà non altre unità per il fronte, ma rimpiazzi di uomini, equipaggiamenti, viveri. Invece il crapone di Predappio invierà altre unità perchè "l'ARMIR avrà un peso maggiore al tavolo della pace rispetto al piccolo CSIR".

  • @lorenzoscardapane2086

    @lorenzoscardapane2086

    Жыл бұрын

    @@alessandrofarris7714 grazie per il tuo ricchissimo approfondimento !!! Si, so che Messe non aveva chiesto di ingrandire l'armata a Mussolini. So anche che Messe procurò la maggior parte di dotazioni invernali agli uomini per l'inverno del 1941 acquistandole dagli eserciti Rumeni, ungheresi , oppure sul mercato nero .

  • @robertocaprasecca2563

    @robertocaprasecca2563

    Жыл бұрын

    Leggi anche "Quota Albania" sempre di Rigoni Stern e "Guerra fascista e guerra partigiana! di Nuto Revelli

  • @lorenzoscardapane2086

    @lorenzoscardapane2086

    Жыл бұрын

    @@robertocaprasecca2563 ok. Grazie per le letture consigliate!

  • @Sheidraam
    @Sheidraam3 ай бұрын

    Video molto interessante, grazie!

  • @Mauro-bj1lq
    @Mauro-bj1lq Жыл бұрын

    Grazie per il racconto

  • @alessiobruni8300
    @alessiobruni8300 Жыл бұрын

    Ciao Gioele, complimenti come sempre. Volevo chiederti se potessi fare una puntata sulla battaglia di kobane e dell'eroismo della brigata di sole donne. Grazie, ciao

  • @matteocervesato6372
    @matteocervesato63725 ай бұрын

    Gran bel video......complimenti 😮😮😊😊😊😊

  • @barbaraperasti7301
    @barbaraperasti7301 Жыл бұрын

    Grazie infinite per questo video ❤

  • @LorBar
    @LorBar Жыл бұрын

    Buon anno Gioele

  • @torrianicarlo
    @torrianicarlo Жыл бұрын

    Bravissimo, come sempre.

  • @brunogerevini8504
    @brunogerevini85045 ай бұрын

    commenta Pillole di storia sono sempre preziose .

  • @michelealterio9766
    @michelealterio9766 Жыл бұрын

    Ottimo filmato.

  • @matteonazionale7409
    @matteonazionale7409 Жыл бұрын

    Come sempre riesci a raccontare tutto perfettamente. Ed, a mio avviso, Il sergente nella neve penso sia uno dei più bei libri riguardo la seconda guerra mondiale..

  • @laBibliotecadiAlessandria

    @laBibliotecadiAlessandria

    Жыл бұрын

    Anche a me piaciuto tantissimo

  • @andreatondini4355
    @andreatondini4355 Жыл бұрын

    Mi viene la pelle d'oca a pensare a sti ragazzi in Russia... Ringraziamo Mussolini che contro ogni parere ha voluto mandare al macello la miglior gioventù

  • @annamariapeli6025

    @annamariapeli6025

    Жыл бұрын

    Concordo

  • @nick5735

    @nick5735

    Жыл бұрын

    Sicuramente questo 26 gennaio sarebbe una giornata perfetta per pensare a quanto fosse stata una guerra scellerata voluta da una dittatura scellerata tuttavia ho come L impressione che verrà usata in un modo o nell' altro per idolatrare il fascismo

  • @andreatondini4355

    @andreatondini4355

    Жыл бұрын

    @@nick5735 quello della strumentalizzazione è un pericolo sempre presente... Proprio per questo è importante l'azione di "amatori" come Gioele e professori come barbero che espongono in dettaglio la Storia

  • @brina9807

    @brina9807

    Жыл бұрын

    Infatti diceva "armiamoci e partite". Mica ci andava lui.....

  • @robertocaprasecca2563

    @robertocaprasecca2563

    Жыл бұрын

    Ringraziamo anche casa savoia.

  • @ugofch
    @ugofch Жыл бұрын

    "Tutti i vivi all'assalto" è la frase che riassume meglio questo momento così tragico della ritirata dalla Russia ed è anche il titolo di un bellissimo libro di Alfio Caruso. Una massa infinita di disperati che, grazie alla forza della disperazione di tutti, alla volontà incrollabile della maggioranza di loro ed all'eroismo di molti, era arrivata ad un passo dalla salvezza (purtroppo, poi scoprirono che non era così): una battaglia simile a quella della fortezza di Osowiec (anche Osovets, ndr), ma in campo aperto ed a ruoli invertiti. Gli alpini sono stati ricordati per il loro eroismo ed il loro spirito di corpo, ma nessuno gli è stato secondo: durante tutta la ritirata ed in quella battaglia, gli artiglieri delle Volòire (artiglieria ippotrainata) caddero quasi tutti accanto ai propri pezzi, sparando ad alzo zero ed in campo aperto, contro i carri e le postazioni dei russi, usando cannoni e munizioni inadeguate (consiglio l'omonimo libro "le Volòire" di Rinaldo Panetta). Chi è tornato sul posto, o c'è passato al rientro dalla lunga prigionia, è riuscito a malapena a riconoscere i luoghi, tanto la neve e la massa di disperati, vivi e morti, avevano cambiato il paesaggio in quei giorni drammatici. Hai fatto bene a consigliare anche il video di Marco Cimmino, perché è fatto veramente bene e rende perfettamente l'idea delle capacità operative del nostro esercito e dell'impiego (sbagliato) che ne fu fatto. Concludo ricordando il comportamento disgustoso della classe politica fascista che, nonostante fossimo ormai stati sconfitti su ogni fronte ed avessimo praticamente perso la guerra, organizzò un rientro "in sordina" per i reduci della campagna di Russia, rimandandoli a casa vestiti degli stracci con cui erano partiti dal fronte: i magazzini con il vestiario e l'equipaggiamento, situati nelle retrovie del fronte russo, furono dati alle fiamme dopo la partenza dell'ultimo treno di reduci, per evitare che cadessero in mano nemica.

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Ho letto il libro di Alfio Caruso e l'ho trovato molto esauriente e completo. In più aggiungerei un altro libro di Alfio Caruso, ovvero "Noi moriamo a Stalingrado" la storia di un gruppo di autieri (conducenti di camion), un medico e il suo assistente italiani che si ritrovarono bloccati a Stalingrado.

  • @ugofch

    @ugofch

    Жыл бұрын

    @@alessandrofarris7714 concordo, è uno scrittore che mi piace e leggo volentieri. Peccato che in "Arrivano i nostri" abbia lasciato troppo spazio alla fantasia ed abbia romanzato un po' troppo la storia.

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    @@ugofch Quando parla di come la mafia agì negli Stati Uniti, prima che questi entrassero in guerra?

  • @ugofch

    @ugofch

    Жыл бұрын

    @@alessandrofarris7714 sì e anche dei rapporti con il Vaticano: su alcuni fatti ci sono opinioni contrastanti.

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    @@ugofch chissà perchè inventare tutto questo. Io, una volta, gli ho scritto una email per segnalargli degli errori in un suo libro e lui mi ha risposto. Si potrebbe contattare per fargli notare queste inesattezze.

  • @maracandido2904
    @maracandido29045 ай бұрын

    Bellissimo video....mio nonno che però faceva parte del corpo dei bersaglieri era sul DON ma purtroppo non ho altre notizie se non quelle di mia nonna che mi raccontò che era stato accolto in un Isba e che queste persone erano state molto buone con lui....❤

  • @massimomelone8307
    @massimomelone83074 ай бұрын

    Bella narrazione bravo

  • @andreacividino313
    @andreacividino313 Жыл бұрын

    Ciao Gioele. Purtroppo io ho solo visioni di parte e parziali. Sembrerebbe che ultimo messaggio arrivato dalla Cuneense via radio venne inviato dal S.ten. Giovanni Perani di Genova, come moltissimi degli alpini della Cuneense! Questo messaggio diceva che i resti della divisione continuavano a combattere. Ma il destino che riguardava i rimasugli della divisione rimase oscuro! Quelli uniti alla linea del gen. Riverberi (che in Jugoslavia non fu certo un eroe) a bordo di un pz.kwlll105mm attacco' Nikolajewska e la conquistò per il tempo necessario a far passare qualche migliaio di soldati italiani! Poi la città venne ripresa dalla preponderante massa di truppe sovietiche e si chiuse la salvezza del corpo italiano in Urss! Il generale Messe fu il miglior comandante italiano della 2.G.M. ma il resto è tristissima storia! Nikolahewsaka fu un importante battaglia per gli italiani mentre per i sovietici fu uno scontro quasi insignificante! Non certo per il valore degli italiani. Solo per la portata degli scontri tedesco-sovietici avvenuti sia prima che dopo! In fin dei conti la "lista del molibdeno" fu solo un passaggio burocratico a fronte di un conflitto inimmaginabile per l Italia è per il paese comandato da quel "diversamente stratega" del ducie...

  • @lucabottinelli4520
    @lucabottinelli4520 Жыл бұрын

    A scuola si legge ancora " il sergente nella neve " ? Bellissimo video, grazie .

  • @bertassellodavide1297
    @bertassellodavide1297 Жыл бұрын

    Grazie ❤️

  • @francalongo2562
    @francalongo2562 Жыл бұрын

    Grazie di cuore

  • @michelechiminelli4729
    @michelechiminelli4729 Жыл бұрын

    Per stemperare un po' il dramma: mi ricordo le vignette di Sturmtruppen su queste campagne militari... In una di esse i soldaten ottenevano da cuochen del minestrone da mettere nella gavetta. Poi lui diceva di aspettare un minutinen tenendo il cucchiaio al centro, per poi capovolgere la gavetta e gustarsi il "Ghiacciolo al minestronen"

  • @paoloachilli2859

    @paoloachilli2859

    Жыл бұрын

    Certi drammi non si stemperano. Si ricordano e si celebrano tutti i morti a causa di scelte scellerate e criminali,

  • @andreacividino313

    @andreacividino313

    Жыл бұрын

    @@paoloachilli2859 non credo. Ogni generazione ha il diritto di rendere ascoltabile il dramma dei genitori... negli anni 70 si dava per scontata la morte del fascismo e delle sue regole! Oggi meno! Oggi si crede che il fascismo fosse dalla parte giusta... forse persino Hitler avesse delle ragioni! Preferisco il periodo di Bonvi...

  • @MrGentiz
    @MrGentiz Жыл бұрын

    Mario Rigoni Stern è stato (ed è) il mio eroe, i suoi libri (di guerra e non) sono stati importantissimi nella mia giovinezza.

  • @giampietrodelmaschio3415
    @giampietrodelmaschio3415 Жыл бұрын

    Ma perche' in questo caso si celebra con una giornata e si definisce pure eroica una invasione ad un altro stato? Il trionfo dell'ipocrisia.

  • @laBibliotecadiAlessandria

    @laBibliotecadiAlessandria

    Жыл бұрын

    Non si celebra l'invasione, la giornata è dedicata agli alpini. Sono d'accordo che si potesse scegliere un'altro giorno

  • @user-ro6lf5ud6v

    @user-ro6lf5ud6v

    2 ай бұрын

    @@laBibliotecadiAlessandria "...la giornata è dedicata agli alpini..." Casualmente proprio questa data? In verita', no! Errare humanum est. Perseverare, autem, diabolicum. Dixi.

  • @metalmikefreeman
    @metalmikefreeman Жыл бұрын

    minuto 24.00 appare una foto, a destra appare il generale Reverberi, al centro c'é il colonnello Signorini, in quella che é, molto probabilmente , la sua ultima immagine da vivo

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Morirà per un collasso dopo la battaglia. In un'isba. Alfio Caruso lo descrive con parole struggenti "Sorridendo incoraggiava tutti, ma dentro gli occhi si leggeva un dolore muto....nell'assistere al massacro dei suoi alpini ricordava quanto avvenuto in Grecia..."

  • @antoniorazzano2360
    @antoniorazzano2360 Жыл бұрын

    Mio zio era nella Tridentina. Della battaglia di Nikolajewka ha raccontato solo: "Ho pensato: morirò oggi."

  • @barbaraperasti7301
    @barbaraperasti7301 Жыл бұрын

    Assolutamente, la Battaglia Mia...l'ho letta e condivisa in tutti i modi del Mondo. Lì, c'erano i Nostri Alpini, Nostri Fratelli, Nostri Padri

  • @lucianorambaldi3128
    @lucianorambaldi3128 Жыл бұрын

    Il primo libro che lessi, credo in assoluto, sulla seconda guerra mondiale era, in realtà, un modesto (in pagine) libricino: "Cristo con gli alpini" di Don Carlo Gnocchi.

  • @metalmikefreeman
    @metalmikefreeman Жыл бұрын

    I calciatori dell'Inter corrono dietro alle ragazze? Alla loro età avrei fatto lo stesso, ma ero incidentalmente impegnato nella campagna di Russia. Peppino Prisco alpino e interista

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Si. Aveva altri impegni. Purtroppo non rimandabili.

  • @brina9807

    @brina9807

    Жыл бұрын

    Onore a lei, in memoria di mio padre che combatté a Nikolajevka.

  • @paolociolini4353

    @paolociolini4353

    4 ай бұрын

    Immenso Prisco

  • @fabiocuoghi3639
    @fabiocuoghi3639 Жыл бұрын

    Vorrei condividere soltanto due particolari, questi mi furono raccontati più volte da un artigliere passato agli alpini che partecipo. Gli alpini erono equipaggiati e addestrati per l'Africa, non per la Russia, tant'è che furono mandati con un equipaggiamento estivo, ad esempio scarponi in tela con scorte alimentari non idonee e non isolate per quelle temperature, ad esempio mi raccontò che il vino, dopo aver rotto la damigiana, lo rompevano in cubetti scaldandolo con la polvere da sparo dei proiettili. Inoltre, come successe a lui, per dare il numero richiesto dai tedeschi, furono presi militari di qualunque corpo, sostituendo il copricapo col capello alpino, ma non le mostrine, tant'è che la persona che conosco, ha il capello alpino che gli fu dato, sfila alle adunate alpine, come è giusto che sia, ma fu congedato come artigliere della fanteria.

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Erano addestrati ed equipaggiati come truppe di montagna. Non per il deserto. Gli alpini disponevano degli scarponi con la suola Vibram. Giulio Bedeschi scriverà in "Centomila gavette di ghiaccio" >.

  • @marioserraghini2119
    @marioserraghini2119 Жыл бұрын

    Ricordiamoci che gli italiani erano posti tra ungheresi e rumeni perchè i due si odiavano per il possesso della regione dei Carpazi e che lo sfondamento sovietico avvenne sulle linee rumene. Gli alpini furono costretti a ritirarsi per conseguenza, altrimenti sarebbero rimasti isolati e circondati.

  • @Shiktlah

    @Shiktlah

    Жыл бұрын

    Vero, l'operazione Urano sfondò proprio le linee rumene ed i nostri furono costretti a ritirarsi in tutta fretta per evitare la sacca che comunque fu in parte chiusa, visto che dovettero lottare aspramente per rompere l'accerchiamento.

  • @albertolorato1122

    @albertolorato1122

    Жыл бұрын

    La storiografia ufficiale,anche quella straniera omette sempre la tua osservazione,diciamolo:il fornte crollò in settori tenute da reparti ungheresi,e tedeschi

  • @vincenzoditommaso9596
    @vincenzoditommaso9596 Жыл бұрын

    Gioele dai una occhiata a Tikhistory A volte è un po’ controverso ma mostra chiaramente come Hitler non si sia mai veramente fissato sulla città in sé anzi. In ogni caso analizza la battaglia di stalingrado passo passo in per ora 43 ore circa, e sta ancora a novembre 42

  • @giadapasquero8844
    @giadapasquero8844 Жыл бұрын

    Grazie per questa pillola .ci sarebbero molte cose da dire e molti racconti da citare.ma io vorrei sapere anche la versione tedesca /rumena/ungherese(insomma quella degli altri eserciti sacrificati in questa follia) .si parla spesso dei nostri,ma come la ricordano gli altri?nel nostro mondo global sapere anche come ricordano i fatti gli altri protagonisti potrebbe essere utile per capire tante dinamiche geopolitiche attuali.grazie per il tuo lavoro sempre preciso e mai di parte.

  • @orsociondolone1237

    @orsociondolone1237

    Жыл бұрын

    Forse sarebbe il caso di raccontare anche le storie dei soldati siberiani che si loro sci arrivarono addosso ai tedeschi che li chiamarono diavoli bianchi.

  • @mauriliosorda2443
    @mauriliosorda2443 Жыл бұрын

    Diversi comandi se la squagliarono prima temendo di cadere prigionieri,mentre le prime linee non furono avvertite del ripiegamento,rimasero senza ordini, resistendo con molte perdite e guadagnando tempo prezioso per favorire la fuga dei comandanti vigliacchi. Questo mi fu riferito da un reduce della divisione Torino...

  • @caterinamarbs8076
    @caterinamarbs8076 Жыл бұрын

    Enrico Beretta di Calusco d'Adda combatto a Nicolaiewka

  • @dariopagliarino8220
    @dariopagliarino8220 Жыл бұрын

    Riguardo al mitra MAB 38 era sicuramente uno dei migliori mitra al mondo in quel momento La cosa "divertente" però è che dopo l'8 settembre i tedeschi ne troveranno 20000 negli arsenali della Beretta ancora nuovi e impacchettati

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    Nel libro di Alfio Caruso "Tutti i vivi all'assalto" si parla che il mitra MAB 38 era in vendita per gli ufficiali. Poi invece verrà assegnato solo agli alti ufficiali. Mentre per gli altri ufficiali era disponibile solo il moschetto '91.

  • @dariopagliarino8220

    @dariopagliarino8220

    Жыл бұрын

    @@alessandrofarris7714 era in dotazione anche nella folgore al Tuscania e nella PAI polizia d'Africa italiana Ma sempre in numeri limitati

  • @alessandronatoli6748

    @alessandronatoli6748

    Жыл бұрын

    Una cosa che mi ha sorpreso ( ma non troppo) è stato che, dove i nostri soldati hanno potuto, hanno preso ai Sovietici morti o prigionieri il loro "pepeshà" (Ppsh) il famoso mitra a tamburo che era l'antenato del successivo AK47. (Ovvio che si trattava di armi diverse ma che avevano in comune la facilità d'uso e di manutenzione e che non si inceppavano praticamente mai in qualsiasi condizione ambientale). Un'altra cosa che avevano imparato a prendere dai morti erano i "varienki" gli stivali di feltro cotto per evitare il congelamento dei piedi. Il rovescio della medaglia era che se venivano catturati da dai Sovietici o dai partigiani li passavano per le armi sul posto. Il generale Messe aveva provato a acquistare nel 1941, 20mila pelli di montone dai rumeni per cercare di dare un vestiario più decente anche se fuori ordinanza, ma era troppo poco. 40 sottozero bloccavano qualunque cosa: persone, macchine, lubrificanti, armamenti e cibo. Ho letto di un episodio dove una forma di parmigiano era talmente congelata che non riuscirono a romperla nemmeno con le asce. Il vino e il cognac erano altrettanto congelati e se li scambiavano a pezzi fra i reparti parlando di "rubini" in cambio di "topazi" e viceversa .

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    @@alessandronatoli6748 il generale Messe aveva mandato in Italia alcuni valenki per farli produrre alle industrie calzaturiere italiane. Ma non avverrà nulla. Perchè erano in produzione gli scarponi degli alpini e gli scarponcelli in pelle di vacchetta dei fanti. Gli scarponi alpini, con suola Vibram, riparavano dal freddo ma stringevano il piede quando questo era gonfio per la marcia e la fatica. Gli scarponcelli in pelle di vacchetta erano inadatti al freddo polare che incontrarono in quel teatro operativo. Addirittura Egisto Corradi dirà che erano idonei soltanto "per la libera uscita a Piacenza".

  • @alessandrofarris7714

    @alessandrofarris7714

    Жыл бұрын

    @@alessandronatoli6748 Il "pepeshà" era di semplice fabbricazione ed altrettanto semplice manuntezione. Al contrario delle armi italiane. Complesse, costose, idonee solo per i poligoni di tiro dove l'esercitazione avveniva senza problemi di temperature od altre condizioni atmosferiche critiche.

  • @andreacosti4356
    @andreacosti43563 ай бұрын

    Ogni anno, nell'anniversario della battaglia, una rappresentanza di alpini in servizio e in congedo si recano a Cavriago (RE) dove il generale Reverberi è nato) e al mio paese, Montecchio Emilia, dove ha vissuto e dove è sepolto. Non celebrano una gloriosa vittoria: rendono grazie a chi ha guidato in salvo migliaia di esseri umani, e ricordano il sacrificio di chi non è tornato. Qursta non è retorica, è un fatto storico che, nella tragedia della guerra, merita di essere ricordato

  • @eziospallina4043
    @eziospallina4043 Жыл бұрын

    Ho avuto dei parenti che erano stati in Russia a combattere. I traumi riportati in quella circostanza li hanno segnati per tutta la via.

  • @cristiangrimaldi8669
    @cristiangrimaldi8669 Жыл бұрын

    Sono un ex militare e non scorderò mai cosa ci disse il mio capitano al secondo mese di arruolamento "ragazzi non potete immaginare.... che cosa un uomo è in grado di fare a un altro uomo" l'ho capito in missione purtroppo....

  • @cosimotulino3501
    @cosimotulino3501 Жыл бұрын

    Mio nonno combatté nelle fila del Savoia cavalleria Durante la ritirata abbatté il suo cavallo e né mangio la carne tornò dalla Russia con meni e piedi parzialmente congelati non mangio più la carne di cavallo

  • @LucretiusNigro
    @LucretiusNigro Жыл бұрын

    11:49 Le operazioni dei sovietici per accerchiare la sesta armata tedesca di Paulus a Stalingrado (Urano, piccolo Saturno, etc.), credo sia interessante far notare che risultarono meno complicate - a dispetto della determinazione di italiani, rumeni, ungheresi e tedeschi su quelle linee (chi più chi meno, considerate le condizioni, i mezzi, di quelle divisioni) - furono meno "complicate" perché i tedeschi avevano drenato forzatamente la gran parte delle loro divisioni su Stalingrado, divisioni che dovevano proteggere le retrovie di quei settori del fronte. Così italiani, tedeschi, rumeni, ungheresi, disposti sulle ali del fronte di Stalingrado non avevano quasi nessuna divisione corazzata, motorizzata, ma nemmeno altro, di rilievo, a intervenire dove i sovietici avessero sfondato - come accadde. Noi avevamo circa centocinquanta mila uomini (il totale credo si aggirasse intorno ai duecentoventi, trentamila uomini) su un fronte di quasi trecento chilometri, un "velo" di uomini (uno ogni sette metri è stato stimato, se ricordo bene) con quasi nulla nelle retrovie. Una follia insomma.

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