La grande bellezza di Staglieno

Staglieno è una perla artistica genovese, nota in tutto il mondo per la grande quantità e qualità delle sue sculture funerarie monumentali.
Il cimitero venne progettato da Carlo Barabino, architetto capo del comune di Genova, nel 1832, in seguito al divieto dell'antica pratica di seppellire i morti nei recinti delle chiese. Esecutore fu l'allievo G.B. Resasco. L'inaugurazione avvenne nel 1851.
Lungo il perimetro di un grande campo con al centro la statua della Fede di Santo Varni, corrono lunghe gallerie dove si allineano i monumenti sepolcrali che celebrano il trionfo sociale della borghesia genovese del XIX secolo: commercianti, banchieri, armatori, industriali facevano a gara per costruire le tombe più grandi e più belle, investendo somme ingentissime e ingaggiando i più celebrati scultori dell'epoca.
I monumenti più antichi datano alla seconda metà dell'Ottocento e adottano i tipici stilemi del realismo borghese, che li rende straordinari documenti storici della vita quotidiana, con un'impressionante cura nella definizione dei dettagli: abiti, calzature, accessori, arredi, oggetti di vita quotidiana. Negli anni in cui inizia ad affermarsi la fotografia, la scultura tenta di competere con la nuova arte attraverso il virtuosismo minuzioso dei particolari.
Tipicamente borghese è anche la presenza nelle opere dei simboli professionali della vita del defunto, a dare una solida rappresentazione del suo ruolo sociale, come nella
tomba Gerard, commissionata da un commerciante di vele e tessuti attivo nel settore nautico.
Le figure della mitologia greco-latina non servono solo a nobilitare i valori borghesi come il commercio: nella tomba di Erasmo Piaggio firmata dal Saccomanno, ad esempio, Saturno, dio del tempo che scorre, attende la fine dei giorni seduto sul sepolcro, sostituendo qualsiasi simbolo religioso ad affermare una visione laica della morte.
In alcuni casi, il trapasso fra il regno dei vivi e quello dei morti è raffigurato in modo simbolico, con ricchi di riferimenti alla cultura cristiana cattolica.
Verso la fine del secolo, il gusto tardo romantico e decadente fa scegliere ad alcuni artisti una rappresentazione intimista del dolore, come nella Tomba Piaggio dello scultore Giuseppe Benetti, che dipinge una sommessa afflizione sul volto della vedova del defunto.
A cavallo fra Ottocento e primi decenni del Novecento il gusto estetico cambia, e Staglieno si arricchisce di arte tardo romantica, decadente, simbolista, liberty e decò.
More info:
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della Provincia di Genova
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Sottotitoli a cura di Massimo Cevasco

Пікірлер: 3

  • @solitarioanonimo9139
    @solitarioanonimo91399 жыл бұрын

    “A Genova, per più di un secolo, le famiglie dei grandi mercanti o professionisti fecero a gara nell’erigere cappelle squisitamente domestiche. Le vediamo tutt’attorno a due grandi quadrilateri e sulle terrazze della collina, dove gli echi di Canova evidenti nei primi esempi, si smorzano in sussurri di Mestrovic e di Epstein nei più recenti. Sono in marmo o in bronzo: un affastellato compatto e intricato. Figure più o meno drappeggiate, simboli di lutto e speranza. Sono qui collocate in disinvolta intimità con i ritratti dei defunti di un realismo inquietante. Qui stanno le immagini dei cari estinti che mostrano, sull’arco di un secolo, le mutevoli mode: l’uomo coi basettoni, vestito alla finanziera, occhialuto; la signora in crinolina, scialle guarnito di pizzi, il cappellino di piume, ogni bottone o laccio esattamente riprodotto… da sinistra: Tomba Molinari, Tomba Casella, Tomba di Giuditta Varni sotto: Tomba Lavarello E gli angeli di marmo che emergono, consolatori, dalle porte di bronzo, sussurrano qualcosa all’orecchio dei parenti inginocchiati: veri tableaux vivants! In uno di questi gruppi l’illusione doppia: una mamma di marmo regge il bambino che bacia il busto di marmo del padre! Verso gli anni ’80 lo stile liberty ammorbidisce il troppo acuto cesello. Quello che è stato fatto dopo il 1918 non ha alcun interesse per il vero conoscitore. Il Camposanto di Genova, nel pieno e vero senso della parola, è un museo dell’arte borghese della seconda metà del secolo scorso. Il Père Lachaise e l’Albert Memorial sono nulla al confronto e la loro scomparsa non sarebbe una perdita grave fino a quando questa collezione esisterà”. Evelyn Waugh, "A Tourist in Africa" (Londra, 1960).

  • @mariaiacopini9571

    @mariaiacopini9571

    7 жыл бұрын

    solitario anonimo che non Mi

  • @colsub
    @colsub9 жыл бұрын

    kzread.info/dash/bejne/q6xrqsSjXbbSobQ.html Visita organizzata dalla Consulta Femminile del Collegio Geometri di Genova con la collaborazione della Dott.ssa Caterina Olcese, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria, è partita dalla statua della Fede ai piedi del Pantheon sino ad arrivare al Boschetto dei Mille.