29 Settembre 2012
Il tempo è buono, non dovrebbe piovere, ne approfitto per tornare sulla vetta del Monte Viglio 2156 mt.
Abbandonata l'auto nel piazzale presso il valico di Serra Sant'Antonio a circa 10 Km dal centro abitato di Filettino, proseguo per la sterrata dentro la faggeta fino alla Fonte Moscosa, dove è possibile fare una bella bevuta di acqua gelida.
Dalla fonte inizia il sentiero: dapprima si attraversa un piccolo pianoro carsico di una bellezza incantata, al centro del quale un imponente faggio secolare.
Subito dopo il faggio inizia la salita molto ripida, dentro ad un bosco misto di conifere e faggi, verso il Monte Piano (1848 Mt) e la Madonnina del Monte Viglio che veglia e protegge la sottostante Valle Roveto.
Da qui è già possibile godere di un bellissimo panorama sulla valle e sull'Abruzzo; in lontananza il gruppo del Velino Sirente.
Si attraversa l'ultimo tratto alberato dove spuntano rocce bianchissime e si inizia a salire verso la cresta dei monti Cantari, una serie di vette senza nome intorno ai 2000 metri. Lungo la strada bisgnerà fermarsi ad ammirare l'imponente parete rocciosa che precipita sulla valle Roveto. E' possibile vedere i corvi che sfruttando le correnti ascensionali risalgono la parete e poi si buttano in picchiata verso la valle.
Dopo aver scollinato l'ultima delle vette dei Cantari appare in lontanza la croce di vetta del Monte Viglio.
In salita ho proceduto sulla cresta, trovandomi di fronte uno sperone di roccia non troppo impegnativo. E' comunque possibile aggirare questo sperone e dirigersi verso il più impegnativo Passo del Gendarme.
Essendo in compagnia del super cane Melody, anche se escursionista esperta, ho preferito non esporci al rischio di una arrampicata mani e piedi, quindi ho aggirato il Gendarme sulla destra.
Dopo il Gendarme si risale il ghiaione, esposto sul grande circo glaciale del Monte Viglio e quindi alzando lo sguardo appare la croce di vetta.
Sono durante gli ultimi metri prima della vetta che qualcosa si libera nel sangue e si inizia a salire come se l'unica cosa importante nella tua vita sia abbracciare la croce e liberarsi della fatica in solo lungo respiro.
Lo spettacolo che si apre a 360° sull'appennino laziale e abruzzese è difficile da descrivere: il Velino Sirente in lontananza, alle sue pendici la sterminata piana del Fucino, l'intera Valle Roveto e tutta la superstrada Avezzano-Sora, Il monte Crepacuore, gli Ernici, Campo Catino e gli impianti sciistici, la lunga valle verso Trevi nel Lazio, tutti i monti Simbruini, Il monte Cotento, Il monte Tarino, Campo Staffi, Colli Staffi e la dorsale che li unisce ai Cantari.
Una grande conca carsica sotto la vetta offre un pò di riparo dal fortissimo vento per mangiare qualcosa; Melody si è meritata la sua dose di crocchette e un bel pezzo di pane da sgranocchiare per recuperare le energie.
Melody sembra aver capito che dopo ogni vetta ci si rifocilla quindi anche lei ormai quando vede la croce di vetta raccoglie le ultime energie e mi accompagna fino alla cima.
Un ringraziamento nel libro di vetta e si inizia la discesa; ora il tempo è decisamente migliorato, le nubi sono scomparse e l'aria è pulitissima rendendo il paesaggio ancora più bello.
Ogni volta che scendo dal Viglio so già che prima o poi tornerò.