IL PALLONE DEI FRIULANI HA CAMBIATO IL CALCIO

IL PALLONE DEI FRIULANI HA CAMBIATO IL CALCIO
Tra il 1871 e il 1900 si recarono in Argentina più di 800 mila italiani. Tra il 1901 e il 1910 sbarcarono in Argentina oltre 734 mila italiani e quello fu il decennio con la più alta intensità migratoria. Nel decennio successivo, incluso il periodo della grande guerra (1915-1918), gli espatri furono più che dimezzati (circa 315 mila), ma subito dopo la fine del primo conflitto mondiale continuarono a essere intensi. Nei due decenni successivi emigrarono complessivamente più di 600 mila persone: una media di 53 mila l’anno nel primo decennio e di 8 mila l’anno nel periodo dal 1931 al 1940.
Tra questi c’erano tantissimi della nostra regione,
Oggi è la nipote Mabel Bunzli, di nonno Olivo Tosolini classe 1900, (poi per errore trascritto con due S Tossolini), a raccontare la storia vera della nascita del pallone da calcio come lo conosciamo oggi. In Argentina è motivo di grandi festeggiamenti e nella città di Bell Ville, oggi definita capitale nazionale del pallone da calcio, non avendo dimenticato le origini, ha dedicato una via a ciascuno dei tre inventori e due monumenti.
Si trattava appunto di Olivo Tosolini da Felettano di Tricesimo (UD), Romano Luigi Polo, classe 1901, da Forni di Sotto (UD) e Giovanni Valbonesi dal Piemonte, tutti emigrati in Argentina nel primo dopoguerra, che nel 1931 inventarono il pallone in cuoio senza cuciture sterne (dolorose per le teste dei giocatori) e dotati di una valvola per gonfiarlo attraverso una pompa ad aria (simile a quelle ciclistiche).
La nipote Mabel Bunzli, tornata in Friuli dall’Argentina, dopo aver ricordato la storia del pallone in diverse occasioni, presso lo stadio Friuli alla squadra dell’Udinese calcio, in occasione di feste e fiere in tutta la regione e prossimamente sarà a Casarsa della Delizia (PN) per incontrare gli atleti locali della squadra centenaria.
In effetti il pallone esisteva già da tanti anni e i due friulani, Durante il primo Mondiale, nel 1930 in Uruguay, Polo ascoltò alla radio i commenti alle partite e concordò sull’idea di “tagliare il ‘bubbone’ alla palla”. Ne parlò con l’amico Tossolini, imprenditore e inventore nato, con già diversi brevetti all’attivo, e si si misero subito a studiare una soluzione assieme a un dipendente, Juan Valbonesi. I primi due palloni per le prove furono messi a disposizione dal presidente del Club Argentino: sfere inglesi, i famosi Player, corpo di cuoio e anima di gomma. Il primo problema a essere risolto dopo alcune settimane fu l’immissione dell’aria nella camera con una valvola attraverso un ago. Per immobilizzare la camera d’aria dentro il cuoio, l’amico Emilio Herman suggerì la cucitura interna dei vari pezzetti esagonali dell’involucro, anziché quella esterna. In sei mesi, era nato il nuovo pallone, perfettamente sferico, facilmente gonfiabile e sicuro nella tenuta dell’aria. Era il 1931.
Il pallone da calcio come lo vediamo oggi, bello, liscio, perfettamente sferico, è una invenzione ‘quasi’ tutta friulana. Non proprio quello odierno, perfezionato negli anni, ma il suo progenitore. Se non proprio made in ...
www.eruoregione.news

Пікірлер