Davanti alla Legge racconto di Franz Kafka

Una porta aperta, sorvegliata da un anonimo custode (Türhüter: letteralmente, un portinaio). Di là, si dice, si trova la Legge (Gesetz).
Quale “legge”? “La” legge: verità assoluta, somma giustizia, senso ultimo delle cose? Non si sa. Nessuno lo sa, nemmeno il custode. Ma tutti vogliono conoscere “la” legge. Anche un uomo, altrettanto anonimo, giunto dalla campagna (vom Lande) chiede al guardiano di poter entrare, di poter avere accesso alla Legge. Ma questo non è possibile, almeno non ora; forse dopo. L’uomo prova a convincere il custode, con mezzi leciti e illeciti. Questi lascia fare e accetta tutto, ma non promette nulla né lo lascia entrare. Così l’uomo comincia anche a dimenticare perché se ne sta lì ad osservare quasi ininterrottamente il custode, perdendo di vista il senso del suo stare “davanti alla Legge”, dimentica anche che ci sono altri custodi e solo questo primo gli sembra l’unico ostacolo per accedere alla Legge. La porta davanti a lui è sempre aperta. Alla fine l’uomo venuto dalla campagna muore, ma prima di morire chiede perché nessun altro all’infuori di lui ha chiesto accesso, visto che tutti tendono alla Legge. Ma quell’ingresso era destinato a lui, e a lui solo. Quando l’uomo muore, la porta viene definitivamente richiusa dal custode. nota di Alessandro Bellan

Пікірлер