Colli Berici, le "priare": dettagli nelle cave per l'estrazione della Pietra di Vicenza

(video 4K, ascolta con le cuffie: contiene suoni binaurali)
Dettagli di escavazione nelle "priare", le cave di pietra dei Colli Berici, dove si estraeva la pregiata Pietra di Vicenza.
Sono cave in grotta, dove tutto il lavoro di estrazione veniva fatto compeltamente a mano.
Con appositi attrezzi e martelline i cavatori incidevano la roccia fino a sezionarla in grossi blocchi di un paio di metri cubi di materiale.
Le incisioni, le righe, le gole di scavo, sono le tracce di questo incredibile e massacrante lavoro, pericolosissimo, fatto in posizioni impensabili e in condizioni disumane.
Oltre ai cavatori vi erano molti altri lavoratori che si occupavano di portare fuori dalle grotte i grossi blocchi di pietra e altri che con carri e buoi portavano a valle il materiale.
Ora ci restano queste tracce, queste incisioni, che appaiono come bellissimi disegni astratti. Affascinanti.
Le cave hanno lasciato grandi ambienti vuoti, inframezzati da pilastri di roccia appositamente lasciati per sostenere il soffitto.
Un mondo degli inferi di un fascino particolarissimo.
Ve ne sono moltissime di queste priare, in particolare nella zona centrale tra i comuni di Zovencedo, Val Liona, Barbarano Mossano e Nanto.
La pietra 'dolce' dei Berici è conosciuta fin dall'antichità, particolarmente adatta alla lavorazione di fregi e statue raffinate.
La pietra di Zovencedo è leggermente diversa da quella di Nanto. La coltivazione è più recente, da inizio ottocento fin quasi ai giorni nostri. Le cave sono in caverna, con diramazioni anche di diverse centinaia di metri seguendo gli strati più pregiati.
Il lavoro di scavo è avvenuto a mano con tanta fatica e maestria. Sbagliare significava esporsi a rischi e l'abbandono di filoni di roccia pregiata.
La prima fase consisteva nello sgrezzare la roccia affiorante del Sengio per permettere una specie di porta verso l'interno degli strati rocciosi. Veniva a formarsi una galleria dalla quale, procedendo lateralmente e prelevando altro materiale, si aprivano stanzoni intervallati da possenti colonne di materiale non cavato allo scopo di sostenere la volta del soffitto.
I blocchi di roccia estratti erano parallelepipedi di due metri cubi.
Si lavorava con un picchetto a due punte usando attrezzi dal manico via via più lungo (fino ad un metro), scavando da prima una canaletta superiore larga 15 centimetri sufficente al passaggio del braccio del cavatore che lavorava disteso sull'impalcatura, quindi le canalette laterali ed inferiore. Il tutto al semibuio dell'umida caverna illuminata dalle lampade a carburo.
A quel punto s'introducevano dei cunei di legno che inumidendosi si dilatavano oppure si battevano con la mazza cunei di ferro, facendo staccare il blocco, detto la 'tirada'.
Era la volta dei trasportatori, mestiere non meno faticoso e pericoloso.
Dapprima il blocco di pietra veniva portato all'esterno della cava con manovre di leve e binde e facendolo rotolare sopra tronchi di albero, quindi caricato su pesanti carri trainati da buoi (con gioghi anche a sei coppie) e con difficoltose manovre per frenare la discesa. In alcuni casi il blocco si faceva scendere per un ripido scivolo selciato lungo il fianco del colle.
Alcune cave sono all'aperto, ma la maggior parte sono in caverna.
Alcune sono visitabili, altre in terreno privato e/o non agibili.
La più nota, visitabile, è la Cava di Cice a Zovencedo, adibita a Museo della Pietra di Vicenza e ad incredibile sala per eventi culturali.
Nell'area di cava è annessa anche l'affascinante Casa Rupestre di Sengia dei Meoni, quella che fu una abitazione (fino a non molti anni fa) che sfruttava i buchi di cava chiusi da muri esterni a formare una casetta che par quasi quella delle bambole.
La visita è assolutamente raccomandabile. Informarsi delle aperture della cava nel sito del Comune di Zovencedo. L'area esterna è sempre accessibile.
Qui vi giungono anche numerosi sentieri escursionistici dalla sottostante Val Liona e nei pressi della Sengia dei Meoni si trovano anche delle interessanti fontane, un tempo usate dalla popolazione locale.
Vedi anche:
• Colli Berici: Zovenced...
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Ideazione, riprese ambientali, audio, video, fotografie e musica originale sono copyright di MagicoVeneto.it, autore Gianni Pasquale, realizzate a gennaio 2024.
Per ascoltare e scaricare gratuitamente registrazioni di suoni della natura e musiche, vedi sul mio sito:
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Video realizzato con:
- Nikon Z50, Nikon D700
- LMMS, Audacity, Filmora 13
#MagicoVeneto #ColliBerici #Zovencedo #Vicenza #ToniBinaurali #asmr
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Пікірлер: 6

  • @max66PP
    @max66PP5 ай бұрын

    Immagini suggestive, giochi di luci e di ombre, architetture reali ed immaginarie abilmente catturate... Complimenti!

  • @GianniPasquale

    @GianniPasquale

    5 ай бұрын

    Grazie.

  • @GiulianoBenetti
    @GiulianoBenetti5 ай бұрын

    Caspita è uno spettacolo naturale. Devo vederla assolutamente. Ottime riprese

  • @GianniPasquale

    @GianniPasquale

    5 ай бұрын

    Sono foto fatte in tempi diversi e diverse sessioni, in diverse cave zona Zovencedo. Mi pare anche dove hai già fatto un video tu. Per l'acqua penso ristagni solo in periodi molto piovosi.

  • @lorennasanti675
    @lorennasanti6755 ай бұрын

    Bravo Gianni!

  • @GianniPasquale

    @GianniPasquale

    5 ай бұрын

    Ciao, grazie.