Ateneo Veneto - Corso di Storia della Sanità 2021
VENEZIA TERMALE
Relatrice: Nelli-Elena Vanzan Marchini
Dopo la caduta (1797) la Dominante divenne terra di conquista delle monarchie straniere che la utilizzarono come porto degli imperi. I francesi e gli Austriaci, affascinati dal clima e dalle acque della città, potenziarono il turismo romantico finalizzato a vivere Venezia come una totalizzante esperienza fisica che si appagava della sua specificità anfibia.
Lord Byron amava cimentarsi in gare di nuoto con la popolazione; Livia, la protagonista di "Senso" di Camillo Boito, consuma il tradimento del marito proprio in una “sirena”, un bagno galleggiante. La nuova immagine della Venezia suddita affascinava per la decadenza delle sue pietre e per il valore terapeutico delle sue acque. In città si moltiplicarono gli alberghi tanto che Daniele Manin, in una adunanza dell’Ateneo Veneto nel 1847 chiese di invertite la rotta per non offrire ai giovani un futuro da “bagnini e locandieri”. Ma l’economia di Venezia era depressa rispetto a quella di Trieste e dopo la rivoluzione di Manin la situazione peggiorò. Il giogo austriaco si fece più pesante. I bagni per cura si trasferirono al Lido dove, a partire dai primi del ‘900, nacquero i grandi alberghi e tutta l’isola venne valorizzata come la città del loisir che attrasse l’aristocrazia e le élites internazionali con gli sport e la Mostra del Cinema.
Cfr. Nelli-Elena Vanzan Marchini "Alle fonti del piacere. La civiltà termale e balneare fra cura e svago"(Leonardo arte, Milano 1999); "Le terme di Venezia" (CIERRE, Sommacampagna 2015); "Venezia il piacere dell’acqua" (Arsenale, Venezia 1997); "Venezia e Trieste sulle rotte della ricchezza e delle paura" (Cierre, Sommacampagna 2016).