SCANSIONE DIGITALE INTRAORALE: Come funziona e quali sono i benefici | Studio Dentistico Caneva

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Una delle innovazioni più importanti che abbiamo adottato all’interno dello studio e che si è dimostrata estremamente vantaggiosa sia per noi medici che per il paziente è la scansione intraorale .
L’utilizzo dello scanner sostituisce l’impronta tradizionale, ovvero quell’impronta della bocca che veniva presa con le paste e che era causa di disagio e fastidio per molti pazienti.
Lo scanner intraorale è uno scanner 3D, ovvero un sistema di misurazione tridimensionale utilizzato per catturare oggetti del mondo reale, in modo che possano essere analizzati nel mondo digitale.
Esso infatti proietta un fascio luminoso o griglia luminosa sulla superficie dei denti e cattura, attraverso telecamere ad alta risoluzione, la distorsione che tale fascio subisce quando colpisce queste strutture.
Le informazioni raccolte da queste telecamere vengono processate da un software che ricostruisce in maniera accurata il modello 3D delle strutture desiderate.
In primo luogo viene scansionata l’arcata inferiore, successivamente quella superiore e infine il morso, ossia il modo in cui si chiudono le arcate l’una con l’altra.
Si tratta di uno strumento estremamente preciso in grado di agevolare in maniera significativa l’aspetto comunicativo in quanto ci consente di far vedere alla persona non solo la situazione attuale dei suoi denti
ma addirittura il risultato che potrebbe raggiungere dal punto di vista estetico successivamente al trattamento ortodontico , cosa altrimenti molto difficile da immaginare e da spiegare.
Il risultato è basato sull’intelligenza artificiale, su un algoritmo che dati i milioni di casi risolti in tutto il mondo riproduce un trattamento del computer e dunque non affidabile al 100%.
La parte fondamentale viene effettuata successivamente dall’ortodontista, la Dottoressa Martina Caneva, che va a lavorare sul progetto virtuale (Clin Check) andando a spostare ogni singolo dente in base alle esigenze cliniche e alle caratteristiche di ogni persona.
In questo modo il progetto virtuale diventa ancora più preciso e può essere inviato al paziente in modo da renderlo ancora più partecipe del risultato che può ottenere con il trattamento ortodontico.
Con lo scanner è possibile anche scendere nel particolare, vedere i tessuti e i contatti occlusali per capire se vanno modificati.
Potendo mantenere questi modelli nel tempo, è possibile confrontare le diverse fasi per verificare se ci sono stati dei cambiamenti o delle recessioni.
Lo scanner quindi viene utilizzato per ottenere modelli virtuali delle arcate dentali del paziente ( studio del caso ortodontico), è impiegato in protesi per la rilevazione dell’impronta necessaria alla modellazione e realizzazione di tutta una serie di restauri protesici ma trova anche impiego in ambito chirurgico integrato nelle procedure di acquisizione in chirurgia guidata.
Il fatto di vedere un modello tridimensionale è come avere la bocca in mano: consente di visualizzare le zone di infiammazione, la presenza di tartaro, soprattutto nella visione a colori.
Durante il trattamento con le mascherine ortodontiche invisibili si può fare una scansione e abbinarla a una determinata fase del trattamento ( es: mascherina 20 di 37 ). Questo significa che , rispetto a un progetto
virtuale, consente di verificare se lo spostamento dei denti sta avvenendo secondo il prospetto o se bisogna apportare delle modifiche.
In questo modo la valutazione è oggettiva, calcola con precisione ogni cosa.​ Il dispositivo, inoltre, è molto utile in quanto velocizza in maniera notevole il processo.
Le impronte vengono mandate direttamente nel laboratorio dell’odontotecnico che può lavorarci da subito.
Il ridotto numero di passaggi equivale ad una maggiore precisione, riducendo notevolmente il margine d’errore.
Per quando riguarda l’aspetto protesico il futuro è digitale.
In alcuni casi si esegue ancora l’impronta normale perché ci sono ancora degli aspetti da sviluppare ma possiamo affermare che il futuro volge in questa direzione anche per quanto riguarda le protesi.
A livello implantare, la possibilità di unire impronte fatte con la scansione a radiografie eseguite con la tac che permettono una precisione e una pianificazione estremamente accurata e dunque una riduzione al
minimo dell’invasività dell’intervento, rende ovvio il perché la strada dell’implantologia volga verso questa direzione.
La digitalizzazione dello studio, infine, consente di risparmiare moltissimo spazio fisico e rende possibile la conservazione di una documentazione anche ventennale del paziente offrendo la possibilità di valutare
toccando con mano i cambiamenti, potendoli esaminare insieme alla persona che si sente agevolata nella comprensione della sua situazione grazie alla visione di uno schermo tridimensionale estremamente
semplice da interpretare.

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