Soncino (CR), Chiesa Arcipretale Plebana di Santa Maria Assunta
Concerto di 8 campane in Fa3 (Grassmayr 2021)
Suonata a festa e distesa completa
La prima chiesa di Soncino sorse nel V secolo, quando i Goti decisero di costruire un luogo di culto inizialmente legato all’eresia ariana. Con il passaggio all’ortodossia della fede la chiesa acquisì notevole importanza grazie alla sua posizione strategica, diventando persino sede episcopale tra il 605 e il 615, quando il vescovo Anselmo fu costretto a un esilio forzato dopo la conquista di Cremona da parte dei Longobardi. La chiesa di Santa Maria Assunta è conosciuta come la più antica pieve della diocesi, motivo per cui il papa decise di elevarla a collegiata nel 828, nominando personalmente il nuovo arciprete. L’antica pieve fu completamente rifatta in stile romanico nella prima metà del XII secolo, costruita a tre navate absidate di cui quella centrale caratterizzata da una copertura a capriate lignee, mentre quelle laterali a crociera in muratura. La struttura della nuova collegiata prese forte ispirazione dall’architettura della celebre basilica di Sant’Ambrogio a Milano, edificata tra il 1088 e il 1099 quale prototipo del romanico lombardo. La pieve di Soncino fu parzialmente rifatta nel corso del 1280, quando furono aggiunti alcuni elementi tipici del primo gotico. Il Liber Synodalium stilato nel 1385 cita ben quattro chiese sussidiarie all’interno del territorio del borgo, una delle quali veniva officiata dagli Umiliati per conto dell’arciprete. L’impianto romanico fu notevolmente modificato alla fine del Cinquecento, quando la chiesa venne adattata alle nuove disposizioni liturgiche richieste dal Concilio di Trento. La pieve fu solennemente decorata dai manieristi cremonesi Giulio Calvi e Uriele Gatti, che tra il 1585 e il 1589 dipinsero la navata centrale e la controfacciata. Durante la visita pastorale del 1601 il vescovo Cesare Speciano annotò la grande cura dell’arciprete per la chiesa collegiata, posta al centro di un borgo che aveva altri nove oratori e tre chiese sussidiare. Nei primi anni del Seicento iniziarono ulteriori lavori di ampliamento della struttura, con l’allungamento del coro a oriente e la costruzione di nuove cappelle laterali in corrispondenza della navata di destra. Il bellissimo complesso venne gravemente danneggiato da un terremoto nel 1802, perdendo gran parte della sua bellezza artistica antica. La chiesa venne parzialmente ricostruita e tamponata con alcuni interventi d’urgenza, mentre la torre campanaria fu dotata di sette nuove campane nel corso del 1868, opera della fonderia cremasca di Giovanni Crespi. Sul finire del secolo l’architetto Carlo Maciachini fu incaricato di uniformare lo stile della chiesa, dopo che questa era stata danneggiata qualche decennio prima. Tra il 1883 ed il 1888 la chiesa fu ristrutturata e parzialmente allungata in senso longitudinale, con la conseguente sistemazione dell’antica abside poligonale e l’edificazione di una solenne cupola ottagonale ai piedi del presbiterio. L’impianto a tre navate non fu modificato, così come la struttura delle bellissime cappelle laterali. La cuspide del campanile gotico fu coronata nel 1888 da una statua in rame, progettata dal Maciachini e realizzata da Carlo Riva. La facciata fu riportata al presunto aspetto medievale, con l’apertura di un rosone e il rifacimento del protiro su leoni stilofori. L’interno dell’edificio fu completamente trasformato nel 1897 in stile neobizantino, grazie all’aggiunta di una vistosa policromia tipica di fine Ottocento, dominata da volte dipinte con un cielo blu stellato. Le quattro campane minori furono calate dalla torre durante la Seconda guerra mondiale e ripristinate da Ottolina a spese dello stato nel 1947. Il castello delle campane andò deteriorandosi rapidamente nei primi anni del XXI secolo, rendendo necessario un completo restauro della torre. In occasione dei lavori le sette campane furono calate e collocate nel giardino sottostante; l’arciprete colse l’occasione per far realizzare un nuovo concerto, fuso nel 2021 da Peter e Johannes Grassmayr di Innsbruck, in Austria, e inaugurato la notte di Capodanno. Il monumentale complesso ospita un elevato numero di opere d’arte risalenti ai secoli XVI e XVII, a partire dalla pala cinquecentesca di Uriele Gatti che raffigura la Trinità attorniata da angeli e santi, per poi passare all’eccezionale altare maggiore in marmi policromi, realizzato nel 1667 da Bartolomeo Manari. L'interno della pieve conserva un affresco di inizio Cinquecento raffigurante la Trinità, secondo l’antica rappresentazione medievale che prevedeva tre entità perfettamente distinguibili.
Un ringraziamento all'arciprete don Giuseppe.
0:00 Intro
2:10 Allegrezza
5:51 Distesa
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