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Reflusso Gastroesofageo

Cos'è il reflusso gastroesofageo? Il video spiega le cause e quali disturbi provoca. Diagnosi, trattamento, misure alimentari e comportamentali.
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Reflusso gastroesofageo - My-personaltrainer.it
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo caratterizzato dalla risalita involontaria del contenuto acido dello stomaco, verso l'alto, quindi nell'esofago. Entro certi limiti si tratta di un fenomeno fisiologico, quindi normale; tuttavia, quando diviene troppo intenso e frequente provoca tutta una serie di disturbi al paziente, sconfinando quindi nel patologico. In questi casi si parla più correttamente di malattia da reflusso gastroesofageo. Quando mangiamo, il cibo ingerito passa dall'esofago allo stomaco, per poi continuare il ciclo della digestione. Tra l'esofago e lo stomaco esiste una sorta di valvola che regola il passaggio del cibo, chiamata sfintere gastroesofageo e appartenente al cardias. Questa valvola si apre per far passare il cibo dopo la deglutizione e si chiude immediatamente dopo; in questo modo, impedisce al contenuto acido dello stomaco di risalire nell'esofago e di danneggiarlo con la sua acidità. Nelle persone con malattia da reflusso gastroesofageo questa valvola non funziona bene, cioè si apre quando non dovrebbe. Di conseguenza, il cibo e i succhi gastrici possono refluire indietro verso l'esofago provocando una sgradevole sensazione di bruciore alla bocca dello stomaco, rigurgito acido, alito cattivo o salivazione eccessiva. Questi "umori" acidi possono arrivare addirittura in gola, causando anche in questa sede sintomi quali tosse e bruciore. Il reflusso gastroesofageo può essere un disturbo passeggero, ma può anche diventare una vera e propria malattia soggetta a complicazioni anche gravi. Nelle forme più lievi, si può intervenire con successo cambiando semplicemente alimentazione e stile di vita. Nei casi più gravi, invece, queste regole devono essere integrate da uno specifico trattamento farmacologico.
Le cause del reflusso gastroesofageo possono essere diverse. Abbiamo già detto che alla base del problema troviamo l'incontinenza della valvola che separa lo stomaco dall'esofago, la quale, non chiudendosi a dovere, lascia risalire il contenuto gastrico. I motivi per cui la valvola non si chiude come dovrebbe sono numerosi. Tra i maggiori ricordiamo l'assunzione di alcuni farmaci, la sindrome del colon irritabile o la presenza di un'ernia iatale. Anche la gravidanza, l'obesità, lo stress, il fumo di sigaretta e la prolungata permanenza di cibo nello stomaco possono favorire la comparsa dei sintomi. Altre possibili cause sono da attribuire alle scorrette abitudini alimentari e a stili di vita non salutari, come coricarsi subito dopo i pasti o l'abitudine a mangiare in fretta masticando poco. Come abbiamo già sottolineato, il reflusso gastroesofageo tende a verificarsi in modo saltuario in tutte le persone, soprattutto nei neonati e negli anziani, e normalmente non ce ne rendiamo nemmeno conto. Altre volte, invece, il reflusso diviene così frequente e fastidioso da diventare una vera e propria patologia, tanto che si parla di malattia da reflusso gastroesofageo. In tal caso, è meglio rivolgersi subito a un medico che possa dare indicazioni sul da farsi. Purtroppo, proprio perché i disturbi di acidità sono comunissimi tra la popolazione, spesso il paziente si rivolge al medico solo dopo anni di convivenza con la malattia. Si tratta ovviamente di un comportamento sbagliato, poiché sottovalutare i campanelli d'allarme può causare complicanze anche serie.
I sintomi caratteristici del reflusso gastroesofageo sono la pirosi e il rigurgito. La pirosi non è altro che una fastidiosa sensazione di bruciore a livello retrosternale, mentre il rigurgito è il ritorno verso la gola o in bocca del materiale acido contenuto nello stomaco. Molto frequente è anche il dolore toracico e la salivazione eccessiva.
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