"Quando sono debole, è allora che sono forte" - don Paolo Quattrone

Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Hône e Bard.
Domenica 7 luglio
“Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte. Sono parole di san Paolo che leggiamo nella seconda lettura, ad uno sguardo superficiale possono sembrare assurde, come può la debolezza divenire forza? Viviamo in un tempo nel quale i limiti sono visti come negativi, bisogna mostrare di essere sempre al top, sani, belli, forti, super impegnati ed efficienti, sereni e felici a costo anche di fingere. Tutto questo è causa di grandi ansie nei giovani così come negli adulti, guai mostrare segni di cedimento, il minimo errore è considerato un fallimento totale, viviamo perennemente in competizione e tutto ciò logora e non ci fa certo star bene. San Paolo ci mostra una via di libertà e serenità che consiste nel saper accettare le debolezze, a guardarle per ciò che sono, a chiamarle per nome scoprendo che possono essere addirittura un punto di forza. Per prima cosa mettiamoci davanti a Dio, sotto la sua luce e con grande onestà chiediamoci: quali sono i miei punti deboli? Senza fingere, senza prenderci in giro da soli, non raccontiamoci storie e non costruiamo alibi stravolgendo la realtà anche se nella parte di mondo nella quale viviamo vige questo pensiero: devi essere al top ad ogni costo, da ogni punto di vista perciò se sei anziano devi essere giovanile a tutti i costi, sui social devi sempre postare immagini che mostrano che sei sempre felice, in festa, effervescente; nell’ambito sociale devi dimostrare che sei super impegnato e non è ammessa nessuna pausa, nessun riposo, a costo di sacrificare la salute e le persone più preziose quali la famiglia e gli amici. È vietato mostrare qualsiasi segno di debolezza a costo di andare avanti con antidepressivi o di assumere sostanze per mantenere in piedi la facciata. È chiaro che non vado a buttare in faccia a chiunque i miei problemi però avrò ben il diritto di dirli a qualcuno e di poterli guardare in faccia senza per questo sentirmi una nullità. San Paolo ci aiuta ad avere uno sguardo sereno su noi stessi, ci ricorda che siamo preziosi pur con i nostri punti deboli, non perdiamo valore se li ammettiamo e li mostriamo anzi ci incamminiamo verso la libertà perché impariamo ad avere uno sguardo positivo su di noi, a sorridere dei limiti e ad accettarci per ciò che siamo; c’è ben di più, riconoscere con onestà le debolezze ci apre all’umiltà e alla fede, scopriamo infatti che non possiamo contare solo su noi stessi ma abbiamo innanzitutto bisogno degli altri e poi anche di Dio. Quando ci troviamo in difficoltà, quando non riusciamo a fare le cose come vorremmo, quando esperimentiamo i nostri limiti in differenti ambiti immediatamente ci soffriamo perché ci dà fastidio ammetterlo però quella difficoltà può rivelarsi una preziosa risorsa in quanto ci costringe a non confidare solo sulle nostre forze, i nostri mezzi e la nostra intelligenza ma anche a chiedere aiuto ad altre persone e non c’è nulla di male in tutto ciò anzi. In questo senso dobbiamo leggere ed interpretare la frase di san Paolo: “quando sono debole, è allora che sono forte” infatti quando avverto i miei limiti scopro che nella vita non posso confidare esclusivamente su di me ma devo saper chiedere aiuto agli altri e anche al Signore. Sulla scia di quanto detto mi viene alla mente uno dei più grandi artisti del ‘900 insieme a Picasso, si tratta del francese Henry Matisse (1869-1954) la cui arte si può così sintetizzare così: il colore che sembrava destinato soltanto a riempire i disegni diviene protagonista assoluto e prende forma. Nel 1941 subisce un importante intervento all’intestino che gli impedirà di dipingere, è condannato alla sedia a rotelle ma tutto ciò non lo abbatte bensì diviene un’occasione per trovare un altro modo di esprimersi e lo farà con i papier découpés, ritagliando fogli di colore che daranno vita ad una nuova forma d’arte. Un limite fisico che sembrava totalmente limitante diventa per Matisse un punto di forza per dare origine ad una nuova stagione artistica. Non nascondiamo i nostri limiti, non fingiamo di non vederli bensì quando compaiono accogliamoli, affidiamoli a Dio e chiediamogli di farli divenire un punto di forza.

Пікірлер: 8

  • @annasorci8002
    @annasorci800216 күн бұрын

    Grazie don Paolo, sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato, amen 🙏💙

  • @gaetanoparisi2800
    @gaetanoparisi280013 күн бұрын

    Buona notte grazie per questa meditazione Don Paolo Amen Ave Maria

  • @ornellaburato8082
    @ornellaburato808216 күн бұрын

    🙏 GRAZIEEE 🙏

  • @annamartella4300
    @annamartella430015 күн бұрын

    Che bella e profonda spiegazione, grazie. ❤❤❤❤❤

  • @antonellafierro1558
    @antonellafierro155816 күн бұрын

    È vero don Paolo spesso ci sentiamo deboli per affrontare tanti problemi e preghiamo affinché il Signore ci dia la forza per essere più sicuri di noi stessi 🙏❤️

  • @paolomolinari7526
    @paolomolinari752616 күн бұрын

    Don Paolo grazie delle belle parole. Io per esperienza personale aggiungo la parola.. rinuncia, rinunciare. E il perdonare... quest'ultima parola non è sempre semplice da mettere in pratica ma ci si può riuscire. Rinuncia e perdonare sono termini importanti che se messe in pratica portano solo tanta tranquillità e gioia dentro di noi che possiamo di conseguenza trasmettere a tutte le persone che ci daranno l 'opportunità di farlo. Paolo

  • @martatamborra1149
    @martatamborra114914 күн бұрын

    Grazie. Don Paolo ❤

  • @annacore4847
    @annacore484716 күн бұрын

    Tante volte mi sento debole e fragile e mi manca il coraggio di chiedere aiuto 😢