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Protesi immediata dopo l'amputazione sopra il ginocchio: La storia di Nazzareno all'Istituto Rizzoli

Il coraggio di Nazzareno, che dopo una grave ferita ed oltre 30 interventi per tentare di salvare la gamba, decide di ricorrere all'amputazione. Presso la Clinica 1 dell'Istituto Ortopedico Rizzoli diretta dal professor Cesare Faldini è attivo un programma di protesizzazione immediata o precoce. Si tratta di una innovativa tecnica in cui il paziente, pochissimi giorni dopo l'intervento, inizia a camminare con una protesi che riproduce i movimenti del suo arto. L'amputazione di Nazzareno, al di sopra del ginocchio, ha previsto la costruzione su misura di un invaso, cui è stato connesso un ginocchio meccanico "autofrenante", ed un piede elastico. Con questo dispositivo e le stampelle, ha mosso i primi passi in reparto ed iniziato il percorso di riabilitazione. Indossare la protesi, alzarsi dal letto, camminare in corridoio e salire le scale. Nazzareno è andato a casa su due gambe, già in grado di piegare il ginocchio e camminare con un solo bastone. Questo percorso gli ha permesso di bruciare le tappe verso la protesi definitiva, eseguita al centro INAIL di Vigorso di Budrio, per tornare ad una vita totalmente normale.
L'amputazione è un intervento traumatico per il paziente, ne modifica l'aspetto esteriore in modo considerevole, ma è anche la via di uscita dalla malattia e deve essere vista, attraverso il programma di riabilitazione e precoce riabilitazione come il ritorno ad una nuova normalità.
La protesizzazione immediata o precoce dopo amputazione di arto inferiore è stata messa a punto dal prof. Cesare Faldini presso la Clinica Ortopedica 1 dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, modificando una tecnica diffusa negli Stati Uniti, applicabile anche in ambiente ospedaliero dove non è presente il tecnico ortopedico.
La protesi viene costruita su misura, utilizzando fasce di vetroresina (che si modellano come il gesso), e componenti protesiche modulari con le quali si può ricostruire l'articolazione del piede, del ginocchio, ed all'occorrenza anche l'anca.
L'unione delle competenze chirurgiche ed i principi di protesizzazione permette di raggiungere risultati eclatanti in termini di recupero: i pazienti sottoposti ad amputazione nella maggior parte dei casi riescono ad essere dimessi su due piedi: il proprio e quello protesico.

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