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Pisa e l'Islam

Video presentazione del saggio "Pisa e l'Islam. Scontri e incontri sulle rotte del Mediterraneo" (Italia Medievale, 2021) di Andrea Angelini, con la partecipazione dell'autore.
Al centro della bandiera della Marina Militare Italiana campeggiano gli stemmi di quattro città: Venezia, Genova, Amalfi e Pisa. Queste città, comunemente note come “repubbliche marinare”, hanno segnato la storia della marineria italiana e quella del Mediterraneo, in particolare del Mediterraneo medievale. Le pagine che seguono prenderanno in esame soltanto una di queste “repubbliche”: Pisa, concentrando l’attenzione su un particolare aspetto della sua storia, ossia i rapporti che la città ebbe con i potentati islamici a partire dall’XI secolo. Nel primo capitolo si è cercato di seguire le tracce della permanenza di una flotta, non ancora sotto il diretto controllo della civitas di Pisa, ma con base sicuramente presso la costa che ricadeva sotto il controllo pisano nei primi secoli del Medioevo. Il secondo capitolo presenta invece le fasi iniziali della formazione del comune cittadino nella forma del commune colloquium civitatis, ma solo per meglio comprendere la natura della classe dominante a Pisa, così da introdurre il dibattito storiografico che verte sulle prime spedizioni marittime dei pisani. La storiografia, infatti, si interroga sulla natura e lo scopo di queste incursioni, ma anche sulle conseguenze che hanno fatto seguito a queste spedizioni. La storiografia classica vede Pisa come precorritrice dei tempi e degli eventi e pone gli albori della sua potenza commerciale già nell’Alto medioevo. La potenza commerciale pisana raggiungerebbe il suo apice nel XII secolo per poi concludersi con la disastrosa sconfitta nella battaglia della Meloria del 1284. Il secondo filone di ricerca ridimensiona di molto questa precoce iniziativa commerciale di Pisa e la farebbe cominciare nei primi decenni del XII secolo per poi proseguire nel XIII e XIV secolo.Le incursioni armate pisane che hanno punteggiato tutto l’XI secolo e il primo decennio del XII sono analizzate nel terzo capitolo. Si è proceduto ad un’analisi e comparazione delle principali fonti che trattano gli avvenimenti, sia quelle pisane come gli Annales di Maragone, il Chronicon Pisanum, le epigrafi del duomo e i poemi epici, sia quelle di realtà territoriali diverse da Pisa, come le testimonianze arabe e normanne.Infine nell’ultimo capitolo, il quarto, sono state analizzate zona per zona le relazioni commerciali intraprese dai pisani, con un occhio di riguardo al Maghreb. In questa area infatti i pisani concentrarono molte delle loro attenzioni, riuscendo ad ottenere numerosi privilegi.

Пікірлер: 5

  • @d.l.r.
    @d.l.r.2 жыл бұрын

    Molto interessante, conoscevo il lavoro di Petralia, ma non quell'articolo in particolare. Da guida turistica posso dire che sono 4 anni che cerco di capire tra Wickham, Ronzani, Garzella, Salvatori, Poloni e Ceccarelli Lemut com'era veramente fatta questa città e quali erano le forze che la guidavano, ma ogni volta mi ritrovo che cose che davo per scontate sono invece state smentite. Grazie comunque all'autore per il suo contributo, acquisterò a breve il suo saggio.

  • @andreaangelini2623
    @andreaangelini26232 жыл бұрын

    Grazie mille per il commento! Anche io ho riscontrato questa iniziale confusione dovuta ad un semplice fatto: ossia che spesso, anche se non dovrebbe succedere, gli storici tendono ad "ingigantire" la storia e i fatti della propria città o della propria regione, mostrando come eclatanti alcuni avvenimenti che invece si possono ascrivere sotto la normale amministrazione. Ad ogni modo, nessuno potrebbe negare che Pisa svolse un ruolo centrale nel Mediterraneo medievale nei secoli a cavallo del Mille, arrivando a stendere la sua influenza commerciale e politica, fino ai neo nati "regni crociati".

  • @d.l.r.

    @d.l.r.

    2 жыл бұрын

    Grazie a lei per il consiglio dell'articolo di Petralia, che ho letto. Ho ricevuto ieri il suo libro, sembra molto interessante, l'ho appena iniziato. Riguardo a quello che dice sulla tendenza degli storici ad ingigantire la storia propria, sono d'accordo, io sono un laureato in Storia ma non ho mai lavorato come ricercatore (e poi mi sono laureato in Storia Contemporanea), ma per via del mio lavoro come guida turistica mi sono trovato a fare un lungo lavoro di ricerca (che non finisce mai) indirizzato a sussanare tutte le lacune (quasi direi il mare) che il corso abilitante mi aveva lasciato. Grazie ad aver cominciato a studiare anche Lucca ho riscoperto una prospettiva diversa dei fatti ed eventi storici pisani che mi ha aiutato a capire meglio il perché di certe scelte (ad esempio, nessuno mi aveva mai detto della guerra centenaria tra Pisa, i castellani e Lucca nella Garfagnana e la Versilia e non avevo mai sentito parlare della presa del porto di Motrone).

  • @andreaangelini2623

    @andreaangelini2623

    2 жыл бұрын

    @@d.l.r. Se è interessato alle vicende del forte di Motrone, le consiglio di leggere: Il forte di Motrone di G. Bini (Firenze 1960) e Motrone di Versilia sempre del Bini insieme a M. Lopes Pegna (Firenze 1958). Ho scritto anche io un breve articolo sull'argomento, che può trovare sempre sul sito di Italia Medievale, in cui faccio un sunto delle varie vicende e in cui può trovare ulteriore bibliografia.

  • @d.l.r.

    @d.l.r.

    2 жыл бұрын

    @@andreaangelini2623 Grazie per i consigli, cercherò gli articoli e li leggerò. Io ero arrivato alla questione attraverso l'articolo di Del Punta.