PERCHE' DOVREMMO VENERARE NOSTRA MADRE? SATHYOPADESH

Nella nostra cultura si dice spesso “Mathru Devo Bhava”: la Madre è veramente Dio. Ma perché dovremmo venerare nostra madre? Sri Sathya Sai risponde amorevolmente a questa domanda in questa edizione di Sathyopadesh.
Questo clip è tratto dal Discorso Divino pronunciato in occasione delle celebrazioni della Festa delle Donne dell'anno 1996.
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Пікірлер: 7

  • @giulianapasqual8279
    @giulianapasqual82793 ай бұрын

    Grazie,grazie,grazie amico amato dio!!!

  • @antonioi7589
    @antonioi75893 ай бұрын

    Om Sri Sai Ram 🙏 🌸 🙏 🌸 🙏 🌸 🙏 🌸 🙏

  • @annabarbieri2160
    @annabarbieri21603 ай бұрын

    🙏❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️🙏

  • @valganna1
    @valganna13 ай бұрын

    Grazie.

  • @mariagraziaamadei9117
    @mariagraziaamadei91173 ай бұрын

    Salutare Insegnamento questo di Swami, se smettiamo di fare tanto Rumore Inutile con la bocca, nel Rispettoso Silenzio, Riusciamo ad Ascoltare il Cuore, dove risiede DIO e imparare ad AMARE in Sintonia con LUI !!! 🙏 Ciao Prema Swami, dai un BACIO per me a mamma Kasturi...🫂♥️ Ciao Cristina, ha ragione Swami.... "Amare è Tutto ! " 🤗🫶

  • @paolofranceschini5413
    @paolofranceschini54133 ай бұрын

    Va da sè che il silenzio di cui parla Sai va ben al di là della mera assenza dei rumori del mondo. I monaci eremiti abitano però anche il silenzio inteso quale mancanza di vibrazioni sonore esterne, di qualunque fonte, e ciò li conduce ad un faccia a faccia più diretto con un altro rumore, quello della mente, non meno prepotente dei rumori del mondo con cui conviviamo tutti, anzi, più impietoso, più "rabbioso" di tanti rumori esterni, anche di quello di un jet in fase di decollo. Ho un amico monaco eremita, nell'Eremo di Camaldoli, che nella propria cella non ha nessuna fonte di suono, neanche - ad esempio - dei cd con musica sacra: se non esce per la Messa o altri rari impegni, sta in solitudine assorto nella meditazione, nella preghiera, nella lettura: mi sono sempre domandato come faccia e quanto lavoro su se stesso abbia fatto per giungere a tale condizione. Ognuno - quando può e vuole farlo - vive in un modo unico, personale l'estraneazione dai rumori esterni ed il conseguente confronto diretto con quelli interiori, ed anche per me che sono in un certo qual modo (dirò così) un "monaco mancato", è difficile tale ascolto, tale continuo rigoglio che mi fa pensare a quello della lava in ebollizione. Di tecniche per bypassare tale incessante chiacchiericcio mentale ce ne sono, ma credo che il metodo migliore sia non tanto quello di cercare di andare oltre esso, di oltrepassarlo, di lasciarcelo alle spalle ed allontanarci da esso e sentirlo sempre più flebile come la voce di qualcuno che, alle nostre spalle, ci gridi ma che, allontanandoci da lui, finiamo per non sentirlo più. Questa non è forse la via più agevole: la più - dirò così - proficua (e non soltanto se stiamo meditando, ma anche, direi soprattutto, nel quotidiano) è per me quella di lasciare che tali voci della mente ci parlino, magari ci gridino pure addosso senza che noi gli diamo più ascolto di tanto, senza che ci portino incessantemente a dover rispondere ad esse ed imparare invece a comportarci come si fa con un cane che, da dentro un cancello, ci abbai rabbiosamente perchè soltanto stiamo passandogli vicino: mica gli rispondiamo o gli diamo retta, tutt'al più lo guardiamo e continuiamo a camminare..... lui dopo un po' cesserà di abbaiare. (Enrico)