Paura della morte e del fallimento
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C'è uno strano parallelismo, nel nostro modo di pensare, tra la morte e l'errore: evitiamo infatti con tutte le forze di pensare ad entrambe queste dimensioni della nostra esistenza. Eppure sono questioni da affrontare.
Sommario dei contenuti:
00:00 Intro
01:26 Chi sono (e cosa faccio qui)
02:04 Eludere la morte
08:57 La scarsità dà senso
15:48 La vetta e la camminata
27:02 Conclusione
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Пікірлер: 52
Sei meraviglioso! Bello sentirti parlare della morte per una che ha 84 anni e alla morte pensa spesso!
Caro professore, questa volta è riuscito veramente a commuovermi. Ho 65 anni e , dopo che anni fa sono mancati i miei genitori, penso alla morte ogni giorno. Ora la sento come più vicina, perché ne ho fatto esperienza con le persone care; prima ne parlavo spesso, ma a livello accademico, come se quell'argomento fosse comunque altro da me. Ma non è facile fare i conti con quel muro finale; non è paura, ma forse incredulità, sgomento, pensare che quello sia la fine di tutto. Ma ha ragione lei: è proprio quella fine che dà un senso a ciò che sta prima, e per questo ci esorta a vivere intensamente le esperienze che la sorte ci offre. Trovo bellissima la metafora della vita come passeggiata, il suo invito a considerare i momenti della nostra esistenza come utili e forieri di insegnamenti, anche quando ci perdiamo o cadiamo o viviamo fatti diversi da quelli che avremmo pensato. A ben vedere, a me è successo proprio questo e, riflettendo, ringrazio il destino per i sentieri in cui mi ha condotta. Le sue parole aiutano noi che la ascoltiamo a trovare un senso profondo nella nostra vita, che a volte si sottovaluta e non si riesce a cogliere. Grazie di cuore Ermanno e .... buona passeggiata.
Nessuna retorica solo saggezza e creatività nelle tue parole che condivido e sottoscrivo pienamente. Desidero continuare a vivere amando e tenendo quotidianamente presente che dovrò morire un giorno per continuare a vivere emozioni e percorsi affascinanti non privi di inconvenienti fino alla fine. Tutto ciò lo auguro di ❤ ad ognuno di voi. Grazie per questo prezioso video.
Riflessione molto condivisibile. Grazie! “Ci vuole tutta una vita per imparare a vivere e ci vuole tutta una vita per imparare a morire “. Seneca. Vado a passeggiare😊
Concordo la felicità è qui ed ora, gli obiettivi servono per darci un senso ma la felicità sta nel cammino nel presente ❤
Un bell'intervento e sono pienamente d'accordo con le considerazioni sul significato e sulla gestione mentale dell'errore. Ma la morte è questione ben diversa. Aver sempre presente il muro che pone fine al nostro viaggio, il memento mori, per molte persone che già vivono una condizione di frustrazione/debolezza diventa fonte di angoscia intollerabile e inconsolabile. Tante depressioni giovanili derivano da una sorta di iperconsapevolezza della fine. La consapevolezza della morte, di fondo, ci accompagna sempre. Credo che per larghi tratti della vita sia un bene dimenticarla per godere appieno delle gioie della vita.
La morte è parte integrante della vita. Purtroppo la società moderna ammalata dalle proprie onnipotenze , sfugge persino il nominarla. Grazie per questo richiamo alla nostra finitezza e, perciò, alla nostra meravigliosa unicità. Buon lavoro prof.
Uno dei migliori video del canale. Fa riflettere tantissimo. Top!
Un grande! Complimenti.
Ho 45 anni, sono mamma di 4 figli, sono insegnante di scuola superiore, faccio sport perché mi piace sentire il mio corpo prestante. Sono d'accordo con quello che dici e amo passeggiare nella vita e godermi il paesaggio e la compagnia. L'unico difetto, forse, è che a questo punto della vita la mia strada è in pianura. Mi manca la vetta, l'obiettivo.
Vivo con la consapevolezza costante (e malinconica) della morte. Condivido la prospettiva che questa sia da stimolo per apprezzare le sfide quotidiane e che le centinaia di cose in cui mi impegno siano una distrazione dalla fine. Tra l'altro non sono credente per cui non penso nemmeno di avere altre dimensioni di vita. Tutto ciò però spesso lo vivo non con la leggerezza ma con l'ansia di fare e di fare bene, secondo obiettivi che valuto verosimili, con una fame estrema di esperienze e stimoli. Seguendo questa fame, sono arrivato anche su questo canale. La prospettiva della morte mi spinge a spremere la vita fin quando posso, cercando di allineare un percorso che parte dai bisogni, passa per i desideri e punta a degli obiettivi che possa realizzarli. La reale difficoltà è allineare opportunamente queste tre coordinate affinché il viaggio, prima della morte, sia ben condotto.
Condivido prof! Bellissimo discorso! ❤
Complimenti professore lei è il migliore
Bravissimo Prof grazie, mando il link alle mie figlie per motivi diametralmente opposti, sperando che se lo sentono da qualcun altro ci pensino anche senza darlo a vedere. Se lo dico io dicono che sono "il solito". A proposito il prossimo anno mi iscrivo al liceo scientifico di Rovigo o faccio il concorso come personale ATA, mi basta ascoltare le sue lezioni. Grazie per la passione che trasmette, si faccia clonare al più presto che abbiamo bisogno di professori così.
Video molto interessante, come sempre. La "scarsità che dà senso alla vita" mi ha ricordato, in ambito extrafilosofico, Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders: gli angeli hanno dalla loro l'eternità ma, proprio per questo, il mondo che abitano è in bianco e nero, un continuum senza scosse. È la caducità, nel film, a dare colore alla pellicola.
Great Scott! Thank you for tour video. It Is a great way of inspiration, for all, I think. Keep on playing for all of us!!
Stupenda lezione etica - cristiana come non ne sentivo da parecchio tempo da un professore.Grazie caro "Hermann il magnifico".,non sarebbe male paragonare questo suo bell intervento a favore dei più deboli al leggendario " I magnifici sette ".Solo che la erano le armi da fuoco a risolvere i problemi quotidiani invece la sua arma è la parola religiosa e la lotta contro la rassegnazione in senso cristiano.E il migliore caro Ermanno, mi aggiungo a tutti gli altri commenti dei suoi grandi estimatori.Alessandro Akiraurosawa Difonso
Caro Professore, La ringrazio per la meravigliosa metafora della passeggiata in montagna, la cui visione mi ha alleggerito l'animo dalla colpevolizzione per le mie dolorose e frustranti cadute avvenute lungo la via. Le Sue parole costituiscono senz'altro un monito e uno stimolo ulteriore ad ammirare il paesaggio che si profila e si scorge mentre camminiamo. Grazie infinite!
L affanno e l autoimposizione sono i nostri nemici peggiori. Imporci cose che poi diventano sofferenza. Per "strada" è più che lecito anche cambiare opinione, non è debolezza ma saggezza, proprio perché la vita è una e si "gioca" per una sola volta!
Grazie! Per nulla retorico e sicuramente stimolante
Bravo.👐
Bel video!
Grazie Prof., sono un ragazzo di 16 anni e avevo bisogno di sentire una persona che parlasse di vivere leggeri❤️
Tema estremamente importante. Mi hai fatto ricordare l’impatto che ebbe nella mia giovinezza vedere M. Melato ne L’Affare Makropulos. Eternità come aspirazione, morte come sospiro di sollievo. Grazie per i tuoi video.
Mi vengono sempre in mente i pesci del cartone 'Nemo': per tutto il tempo si affannano per cercare il modo di scappare dall'acquario in cui vivono. Quando finalmente ci riescono e si ritrovano nell'oceano (ma comunque intrappolati in sacchetti di plastica) uno di loro sintetizza così: " E adesso...?". Caro prof. la seguo da un po' e la ringrazio per i suoi contributi. La morte l'ho conosciuta molto presto ed è una presenza ingombrante che spesso mi limita nell'affrontare la realtà con serenità. Grazie per la bella riflessione.
@aziendaleaziendale3685
8 ай бұрын
Che profonde riflessioni. Professore con semplicità mi ha aiutato a capirmi meglio e trovare significati più profondi nella mia vita. Grazie
Grazie Professore
Complimenti un video molto interessante e fuori dal comune su argomenti di cui molte persone non vogliono sentir parlare, spero continuerà il discorso. Inoltre se in futuro avrà modo di parlarci del testo: Il libro tibetano del vivere e del morire di Sogyal, grazie in anticipo.
Grazie.
Aggiungo che il rischio di arrivare in vetta ad ogni i costi può portarti dei danni anche importanti, ovviamente arrivare in vetta è stupendo
Molto bella
Sintetizzando; l'importante è partecipare più che vincere.
Ragazzi, più filosofia orientale, più filosofia orientale, più filosofia orientale... Siamo ancora troppo occidentocentrici. Gli antichi greci e Heidegger non hanno inventato assolutamente nulla. O meglio, gente come SENECA (meraviglioso) hanno avuto intuizioni simili a quelle del Buddha (non sempre, ma a volte sì). Secoli prima è stato detto tutto ciò che ci serve sulla vanità delle cose e sulla vita autentica. Sulla impermanenza delle cose. Sulla "presenza" della morte come avviso che tutto finirà. Ci sono anche molti testi divulgativi su come affrontare l'esistenza e la sua assurdità dal punto di vista orientale. Credetemi, cercate. Resta il fatto che questo canale è meraviglioso. Complimenti prof., sei un RickDuFer però simpatico.
Grazie
Non ricordo chi lo disse ma la frase è la seguente: "La morte dà DISCIPLINA".
Il piacere di vivere....comunque sia senza imitare Mister TOP...siamo noi stessi, più felici che si può.
Io sono heideggeriano nel profondo. Penso alla morte ogni giorno. E non ho mai avuto ambizioni, per cui nemmeno delusioni. Vivo al meglio, consapevole che ogni giorno, sono sempre più vicino alla fine 😮
Stimato Ermanno @scrip, c'è una parte del tuo ragionamento che non mi convince, e si trova nelle premesse. La conclusione è abbastanza condivisibile, anzi trovo interessante pensare alla vita come a una sorta di passeggiata dove non dovremmo prendere troppo a cuore né il successo né il fallimento (diceva anche Kipling che sarai un uomo se riconoscerai sia successo che fallimento come impostori, guardacaso). Ma tu arrivi a questa conclusione partendo dall'essere-per-la-morte di Heidegger, autore di cui ho tanto sentito parlare ma purtroppo letto poco; stando però alla tua spiegazione sul suo pensiero a me verrebbe naturale trarre una conclusione diversa dalla tua, e cioè che se dobbiamo prendere la vita seriamente in quanto occasione unica allora logica conseguenza sarebbe che non possiamo lasciarla scorrere via come se niente fosse: altro che passeggiata, dovremmo quindi lottare con tutte le nostre forze per affermarci e avere una forte attitudine alla vittoria e alle vette. Questo tipo di atteggiamento a me fa venire in mente Nietzsche, che del resto era molto amato da Heidegger nevvero? Insomma, non ho nulla in contrario a come vedi la vita, anzi, ma a rigor di logica (e al netto della mia non buona conoscenza di Heidegger) le conclusioni che fai potrebbero risultare più frivole di quelle che sono alla luce delle premesse; personalmente preferirei basare le premesse di questo ragionamento su basi religiose, ed in particolare sull'amore di Dio per ogni uomo e donna. Un abbraccio!
Finalmente sento parlare della morte!
❤
Buonasera, mi rendo conto di scrivere sotto un video fuori argomento ma forse riesce a leggere questo messaggio. Potrebbe per favore dirci qualcosa sulle cariche della polizia a Torino su ragazzi molto giovani e disarmati ai quali è stato imposto il silenzio con la forza. Mi sembra non si trattasse di ragazzi violenti, il nostro paese dove sta andando? Non è più possibile esprimere un opinione diversa? Grazie
Come disse un grande filosofo del Novecento nell'opera dedicata a suo figlio "Life is what happens to you while you're busy making other plans"
Lei deve scrivere un elogio del fallimento come correttivo del disperante neoyuppismo imperante, o delle risposte criminali all'intollerabilità della frustrazione che é invece un ottimo concime dei lenti processi trasformativi che riportano significato e gratitudine nella nostra esistenza.
I morti sanno solo una cosa, che é meglio essere vivi.
@LeoAtlantideo
9 ай бұрын
(Full metal jacket)
Memento Mori.... e Memento Vivere!
È la madre di tutte le angoscie.
👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍
Basato e rossopillato