La treccia | Recensione

Carol Ghaltchi ci parla de "La treccia", diretto da Laetitia Colombani con Kim Raver, Fotinì Peluso e Mia Maelzer.
Il film sarà nelle sale italiane dal 20 giugno distribuito da Indigo Film.
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Пікірлер: 3

  • @paologrosso1248
    @paologrosso124821 күн бұрын

    Il discorso sul coraggio delle tre donne va articolato. L'intoccabile indiana e' una che non ce la fara' mai ma può solo guardare al futuro di sua figlia (qualche punto di contatto con C'e' ancora domani) e dare i suoi capelli senza compenso a chi ci guadagnerà. La ragazza italiana, splendida attrice e fantastica interpretazione, e' attrezzata per farcela in un modo o nell'altro nella vita e infatti ci riesce a dispetto di convenzioni e tradizioni. La donna in carriera ce l'ha fatta ma solo con il denaro che le consente di beneficiare della disperazione e del lavoro delle altre due, il suo coraggio è solo quello di reggere fino ad un certo punto in mondo di squali. Bello l'intersecarsi delle tre storie, molto più convincente che in Babel.

  • @pietro281
    @pietro281Ай бұрын

    Un paio di osservazioni: la storia italiana non si svolge a Palermo in Sicilia ma in Puglia a Monopoli; due delle tre storie sono positive, cioè viene evidenziato il coraggio delle donne di affrontare delle avversità della vita per cui sono storie da far vedere nelle scuole; la terza purtroppo, e più precisamente la storia Canadese, è negativa perché la protagonista invece di pensare alla famiglia e a farsi aiutare (Nessun essere umano è un'isola e la prima regola quando ci sono difficoltà, soprattutto malattie, è che bisogna chiedere aiuto), tenta in tutti i modi di proseguire una carriera che da lì a poco inevitabilmente non esisterà più, sia a causa della malattia che dell'egoismo della protagonista nel non farsi aiutare. Il film per me ha una giusta durata, non è lento ma ha il ritmo giusto e se non fosse per la storia negativa, sarebbe da far vedere nelle scuole come insegnamento. Un saluto!

  • @cinefusi

    @cinefusi

    Ай бұрын

    Grazie per l'osservazione, io penso che siano tutte e 3 coraggiose a prescindere dalle situazioni, sicuramente per me la prima donna quella in India direi che è quella che ho ammirato di più. A ogni modo non è semplice chiedere aiuto, è anche vero che aimè forse questo egoismo l'abbia spinta a perdere il lavoro ma come dicevo di fronte a una malattia del genere o una difficoltà non è così semplice chiedere aiuto proprio perché ci si lascia prendere dalla paura di un possibile cambiamento che ti comporta a uscire un po’ dalla tua routine comfort zone: c'è la paura di sentirsi deboli e vulnerabili. Potrebbe essere sicuramente qualcosa di interessante da far vedere nelle scuole. Carol Ghaltchi