Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Hône e Bard.
Lunedì 8 luglio
Buon lunedì! Ho ripercorso alcune preghiere della Chiesa che ci possono aiutare a sintonizzarci con Dio, è bello rivolgerci a Lui con preghiere spontanee ma anche con formule già pronte e che sono delle pietre miliari nella spiritualità della Chiesa. L’ultima che vi presento, ultima non perché meno importante ma perché è un po' particolare è la preghiera di adorazione. Non si tratta di dire formule ma semplicemente di stare, di sostare per sederci con Dio. Cosa occorre per questa preghiera? Un tabernacolo dove vi è la presenza eucaristica, dove vi sono conservate le ostie avanzate dalla Messa e di conseguenza crediamo che nel tabernacolo c’è Gesù presente e questo se siamo soli in chiesa mentre altre volte c’è proprio la preghiera di adorazione dove il sacerdote o il diacono aprono il tabernacolo, prendono il Santissimo, cioè l’ostia consacrata e la espongono, la mettono dentro l’ostensorio che viene posato sull’altare e si prega guardando verso Gesù. Qualcuno dirà, cosa bisogna dire? Assolutamente nulla. La preghiera di adorazione ci insegna a disarmarci, ad abbandonare ogni ansia di prestazione e di perfezionismo dove ciò che conta è solo una cosa: fermarci e sederci per stare con il Signore, per guardare verso di Lui, la sua presenza. Amo spesso citare un episodio della vita di san Giovanni Maria Vianney, conosciuto anche come il santo Curato d’Ars (santo patrono dei preti e parroci), che ci fa comprendere perfettamente in cosa consiste la preghiera di adorazione: un contadino tutte le sere, alla stessa ora, entrava solo soletto in chiesa, si sedeva nell’ultimo banco e guardava fisso il tabernacolo. Stava lì fermo in silenzio per lungo tempo, non aveva libri di preghiere perché non sapeva leggere e nemmeno recitava il rosario. Il santo prete, incuriosito dal singolare comportamento di quel parrocchiano, una sera gli si avvicina e gli chiede: “buon uomo, ho osservato che ogni giorno venite qui alla stessa ora e nello stesso posto. Vi sedete e state lì. Ditemi: cosa fate?”. Il contadino, scostando per un attimo lo sguardo dal tabernacolo, rispose: “nulla, signor parroco, io guardo Lui e Lui guarda me”. Spesso il nostro sguardo va in mille direzioni e questo ci disorienta, ci confonde e per questo è importante ogni tanto fare la preghiera di adorazione, è come resettare e fare pulizia al nostro sguardo per andare all’essenziale. Mi vengono alla mente queste parole che troviamo nel salmo 118: “Distogli i miei occhi dalle cose vane, fammi vivere nella tua via”. Per fare questa preghiera chiaramente occorre entrare in una chiesa, ogni tanto facciamola, entriamo da soli, mettiamoci in direzione del tabernacolo, stiamo un po’ in ginocchio in silenzio e poi sediamoci guardando in silenzio verso Dio, questo ci aiuta a pulire il nostro sguardo e la nostra mente, ci aiuta a trovare un punto fermo tra le migliaia di cose che facciamo ogni giorno. Per chi abita a Milano, vi è una chiesa dove ogni giorno dal mattino fino a sera vi è l’adorazione continua e si trova in via Raffaele, guardando il Duomo sulla sinistra, a la chiesa è quella di san Raffaele, incastonata tra la Rinascente e un albergo di lusso, ed è bello che lì c’è Dio che ci aspetta per sostare un attimo con lui, che nel bel mezzo della vita frenetica di Milano, delle vetrine, della moda vi è un posto dove stare anche con Dio ma questo vale per tutte le nostre chiese, sono tanti luoghi disseminati nei nostri territori dove Dio ci aspetta. Buon inizio di settimana a tutti!