Intervista a Liana Millu (parte terza)

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Liana Millu è stata una scrittrice, antifascista e partigiana italiana, autrice di memorie, romanzi e racconti. Di famiglia ebrea, rimasta assai presto orfana di madre, crebbe con i nonni materni, in quanto il padre, capostazione, viveva lontano da casa.
Manifestò un precoce interesse per il giornalismo e iniziò giovanissima a collaborare con il quotidiano livornese "Il Telegrafo", sul quale firmava gli articoli come Millu, modificando il suo cognome originario, Millul.
Ottenuto il diploma magistrale, nel 1937 iniziò a insegnare nelle scuole elementari di Montobradoni, nei pressi di Volterra, proseguendo l'attività giornalistica. Espulsa dall'insegnamento a seguito delle leggi razziali fasciste, si impiegò come istitutrice presso una famiglia ebrea fiorentina, fino a quando, nel 1940, si trasferì a Genova, dove esercitò vari mestieri, pur continuando a scrivere: con lo pseudonimo di Nàila - anagramma di "Liana" - pubblicò due racconti, Il collega e Monte Pio, sulla rivista "Settimo giorno".
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 partecipò alla Resistenza italiana entrando nel gruppo clandestino denominato "Otto", gruppo che aveva il compito di mantenere i collegamenti tra i campi alleati, ossia tra gli inglesi, gli americani e i prigionieri inglesi provenienti dai Lager liberati.
Recatasi a Venezia in missione da parte dell'organizzazione, vi fu arrestata per la delazione di un infiltrato; dopo essere passata per il campo di transito di Fossoli, fu deportata ad Auschwitz, poi trasferita a Ravensbrück e, di qui, al campo di Malkow, presso Stettino, per lavorare in una fabbrica di armamenti.
Fu liberata nel maggio del 1945, dopo un anno di prigionia, e fece rientro in Italia nel mese di agosto.
Riprese a insegnare nelle scuole elementari e si dedicò, fin dal suo ritorno dalla prigionia, a testimoniare l'esperienza della deportazione.
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