Husserl - 3. La crisi delle scienze europee

Terza lezione dedicata alla fenomenologia husserliana, risalente al novembre 2020, nel quadro di un corso di filosofia contemporanea all'Università di Venezia. Tema di quest'ultima lezione è un'analisi dell'opera "La crisi delle scienze europee".

Пікірлер: 15

  • @AntonioCannata-l8e
    @AntonioCannata-l8eАй бұрын

    Che meraviglia, queste lezioni! Chiarezza espositiva, unita a capacità di presentare e riassumere i contenuti (e i punti di debolezza), senza sacrificarli in nome della sintesi. Il tutto, difficilmente eguagliabile. Grazie, Prof. Cortella.

  • @stefanotittarelli4054
    @stefanotittarelli4054Ай бұрын

    L'ego non e' in grado di compiere l'epoche' per avere accesso all'Io Trascendentale,neppure Husserl ci e' riuscito,per questo era un'anima inquieta,che alla fine del suo percorso di vita lamentava,ora che finalmente aveva capito "qualcosa",di non avere piu' tempo a disposizione.Pero' ci ha provato dedicando tutto se stesso,e per questo e' stato un vero filosofo,da ammirare.

  • @gcrdnc
    @gcrdnc6 ай бұрын

    Grazie per tutte tre le lezioni, sarà un prossimo piacevole ascolto

  • @kafel000k2
    @kafel000k225 күн бұрын

    Si é perso nell'astratto , il soggetto non c'è più , il mondo pure, c'è un apparire

  • @romeosciommeri2646
    @romeosciommeri26465 ай бұрын

    Grazie.

  • @AndreaSguinzi
    @AndreaSguinzi5 ай бұрын

    Grazie di questo video, molto utile e chiaro nella sua esposizione. Mi permetto umilmente di provare a dare una spiegazione a questa possibilità che vi siano infiniti "io trascendentali". Il problema di base sta nella nostra forma mentis, e di non riuscire ad uscire da una visione dualistica tra io e tu. La soluzione è in un processo di sovrapposizione di coscienza individuali, di unificazione che possiamo definire per intenderci "di unificazione collettiva" delle coscienze, dove permane sempre un io individuale, che permette sempre la presenza di un soggetto, ma al contempo una zona di identificazione con le altre Coscienze, una fusione, senza confusione. Si esce così dalla dimensione spazio-tempo del mondo delle cose e della dualitá, si supera anche anche il fenomeno dell'apparire, per entrare nel mondo del noumeno, dello spirito, interno, che è ciò che è interno ai fenomeni stessi. Come ha detto lei il problema è voler vedere solo i fenomeni, considerandoli come la cosa certa, ma qui a mio avviso ha ragione Kant, il noumeno esiste, ed è al di lá o dentro, come lo si vuole dire, dell'apparire dei fenomeni. Cogliere questo noumeno è possibile, a differenza di quello che dice Kant, non attraverso un processo di pensiero logico-razionale, ma attraverso un esperienza interiore, potremmo dire intuitiva-mistica, per vie interne, di coscienza che si unifica alle altre Coscienze, come una sovrapposizione di frequenze che sintonizzandoci si sommano e si unificano appunto.

  • @maurom9654
    @maurom96546 ай бұрын

    Grazie per la condivisione.

  • @RosarioTrimarchi
    @RosarioTrimarchi6 ай бұрын

    L'ultima considerazione critica enuclea alla perfezione le due direzioni che prende la fenomenologia dopo il maestro. Non dimentichiamo i promotori della conferenza di Vienna, Fink e Patocka, con i quali Husserl intrattiene stretti rapporti lungo gli ultimi anni di vita, venendo profondamente influenzato. L'ultimo Husserl è leggibile in senso religioso. È la svolta impersonale di Fink (la Sesta meditazione), o la posizione a-soggettiva di Patocka (che in quegli anni è impegnato in una critica al Tractatus di wittgenstein). queste saranno anche le pagine husserliane più lette in Giappone dai filosofi della scuola di Kyoto (offrendo anche spunti di riflessione oggi per affrontare il tema del dialogo interreligioso). È pure significativo come anche chi prenderà la strada del finitismo (Heidegger e Merleau-Ponty) arriverà a formulare delle tesi "quasi religiose" (Ereignis o la fi militante di Merleau, da elaborare come teologia negativa) . La Crisi è un opera magnifica, incompiuta, certo, ma come le prigioni di Michelangelo, meravigliosa e sublime. La Crisi incarna la crisi della fenomenologia (citando il criptico saggio di richir) e per questo sgorga da lei inesauribile senso: dà irrimediabilmente a pensare. Grazie mille professore, ho avuto la possibilità di chiarire molte cose grazie a questa lezione

  • @titogiliberto995
    @titogiliberto9956 ай бұрын

    L'oggettivismo (che Husserl contesta) pare un inevitabile effetto dell'immedesimazione. Nel momento in cui il soggetto si immedesima in un'altra persona che muore/scompare, l'individuo constata la persistenza degli oggetti capaci di sopravvivere a quella morte/scomparsa umana. Ciò determina la consapevolezza della persistenza degli oggetti a prescindere da noi. L''esperienza della morte/scomparsa umana dà quindi fondamento al sapere scientifico.

  • @AndreaSguinzi

    @AndreaSguinzi

    5 ай бұрын

    Jaspers, allievo di Husserl, dice che la morte è un dileguarsi dell'apparire, in sostanza scompare il fenomeno non l'oggetto.

  • @mattiafabbri8944
    @mattiafabbri89446 ай бұрын

    Discorso a mio parere insensato. La Filosofia deve farsi Scienza, così pensavano Hegel e Kant. Il senso può essere prodotto anche studiando la termodinamica o l'economia. Arrivare a "ciò che è obiettivamente constatabile", al fine di cogliere le cose univocamente è la cosa più elevata che lo spirito possa raggiungere. Hegel tra le altre cose farà propria questa concezione scientista per andare oltre il soggettivismo generico di Kant. Che le scienze siano quantitative è falso. Le scienze sono quantitative tanto quanto qualitative (vedi Scienza della Logica di Hegel): qualsiasi relazione matematico-fisica implica dei concetti differenti, e solo a partire da qualificazioni differenti si producono le quantificazioni. In definitiva, di significati le scienze matematizzate ne sono piene. Non c'è alcun bisogno di visioni reazionarie à la Husserl (o à la Heidegger) per arrivare a cogliere né dei significati, né tantomeno degli stimoli esistenziali.

  • @diesorge01
    @diesorge015 ай бұрын

    Oppure l’io trascendentale è l’Unico. Tertium datur.

  • @luciocortella6131

    @luciocortella6131

    5 ай бұрын

    Secundum datur: se l'Io trascendentale è l'unico, allora non si danno altri soggetti trascendentali, né intersoggettività trascendentale. Si danno solo fenomeni interni all'unico Io trascendentale. Contro le intenzioni di Husserl, fine della pluralità dei soggetti.

  • @davidechersini9965
    @davidechersini99656 ай бұрын

    Quanto al produrre perdita di senso, la filosofia non è seconda a nessuno.

  • @luciocortella6131

    @luciocortella6131

    6 ай бұрын

    Stravagante effetto del confronto con Husserl...