Gravel Wilier Adlar Test in fuoristrada

Спорт

Test Wilier Adlar
Per prima cosa, importantissima, il giro che ho fatto è molto “ALPINISTICO” adatto a soli “VERI” esperti.
Sabato sera, dopo l’orario di chiusura del negozio, ho latticizzato le gomme, montato il nastro manubrio in tinta con la forcella, controllato il serraggio tutti i bulloni, cambio ok freni ok, fissata la sella a 70 cm, e……domani mattina si può partire.
Visto il giro un pò impegnativo, ho preferito affrontarlo da solo piuttosto che in compagnia, e alle ore 07,30, di domenica 2 giugno 2024 sono partito da Lizzano in Belvedere in direzione Cavone.
La bici è scorrevole, molto di più di quello che pensavo, nonostante le gomme 700x47, sale che è una bellezza ed è molto scattante, tanto da non farmi rimpiangere la Jena sempre di Wilier, il cambio Shimano GRX non ha bisogno di commenti.
Subito dopo il Cavone, giriamo a sinistra in direzione “Le Malghe”, in fondo in ghiaia e sassi, mi suggerisce di utilizzare il 51 e sinceramente da qui in poi sarà il rapporto più usato.
La bici si pedala bene, e ha un’aderenza importante, grazie anche alle gomme gonfiate a 2,5 bar, lascio a destra il Rifugio Le Malghe e raggiungo la stazione d’arrivo della seggiovia, da qui in poi la bici comincio un pò a spingerla, corona di 40 e pignone di 51 a quelle pendenze e con le mie gambe sono un pò lunghini, probabilmente con una corona di 32 sarei riuscito a pedalare fino al Rifugio del Lago Scaffaiolo, ma questa è una Gravel non una MTB e quindi va bene la corna di 40 e in certi casi si spinge.
Raggiunto il Lago Scaffaiolo, ne percorro un lato per raggiungere il vecchio rifugio, il tempo di due foto e riparto, seguendo il sentiero di crinale, la bici anche in questo caso è guitabilissima e precisa, ogni sasso è superato agilmente dalle Ruote Miche, e il telaio, in carbonio, assorbe ogni asperità, in pochi minuti raggiungo lo Strofinatoio, qui la bici la devo prendere in spalla, e la sua leggerezza è importante in questi casi, ancora qualche tratto a spinta, dove il manubrio alto e largo aiuta tanto.
Si ricomincia a pedalare e poche pedalate raggiungo la Croce del Corno alle Scale, la montagna bolognese più alta, esattamente 1945 metri, ora percorrendo le piste da sci, ridirigo verso il Rifugio le Rocce, poi continuo in discesa su sterrato fino al Cavone, la bici ha una stabilità impressionante, la frenata buona ma non ottima, ma sto usando una gravel come fosse una MTB e su una pista da sci…..
L’asfalto mi accompagna fino a Madonna del Lacero, e anche qui scorrevolezza e confort sono impareggiabili, non si sente una buca!
Presso il Centro Visite a Pian d’Ivo, imbocco la via dei Signori, una bellissima e scorrevole forestale che prima in salita poi in discesa e dopo una serie di impegnativi tornanti, mi accompagna fino al Rifugio di Segavecchia.
Sterrato finito, passo ora dal centro di Piaccio, classica borgata dell’Appennino nota per essere il luogo di nascita di Enzo Biagi famoso giornalista italiano.
Ancora discesa fino al punto di partenza, e qui in freni non hanno assolutamente problemi.
Finisco questo giro, test, con circa 40 chilometri e 1800 metri di dislivello.
Conclusioni, ho preteso da una gravel che mi accompagnasse a fare un giro impegnativo per una MTB, e non mi ha deluso, anzi mi ha letteralmente spiazzato, sorprendendomi per le sue capacità di adattamento.
Gran bici questa Wilier Adlar.
Grazie dell’attenzione
Paolo Malini

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