fiume Galeso Taranto

Ойын-сауық

Il fiume Galeso, uno dei più piccoli al mondo (lungo 900 metri e profondo in media di 0,5 metri) veniva decantato fin dai tempi antichi per la sua bellezza, per la ricchezza di ulivi e alberi da frutto che sorgevano intorno alle sue sponde, gli ottimi vitigni e il miele. Il poeta latino Orazio Flacco ne parlava con nostalgia augurandosi di tornarci nei suoi ultimi giorni. Anche il famoso poeta mantovano Virgilio, che proprio su queste sponde pare abbia composto le "Egloghe", abbia anche tratto ispirazione per comporre le "Georgiche" e descriveva le sue acque di un colore blu scuro, per la presenza di una particolare alga. E così ancora da Marco Valerio Marziale, Sesto Properzio, Claudio Claudiano, più recentemente le sue acque hanno ispirato Tommaso Niccolò D'Aquino nelle sue "Deliciae Tarantinae", Giovanni Pascoli in "Senex Corycius"
Adolfo Gandiglio in "Prope Galaesum". Lo storico greco Polibio, nelle "Res Italicae" riferisce che i Tarantini, discendenti dei coloni spartani, amavano chiamarlo Eurota, a ricordo dell'omonimo fiume che scorreva presso la città madre Sparta. In età classica vi sorgeva un quartiere detto Ebalia, che lo utilizzava come risorsa idrica ed economica: nelle sue acque venivano lavati i velli delle pecore che risultavano di un biancore particolare. Forse sulle sue sponde si è accampato anche l'esercito di Annibale, poi ci fu un declino del Galeso e il degrado in cui il fiume versav divenne noto a tanti. Nel 1169 Riccardo di Taranto, di ritorno dalla prima crociata, fece costruire l'Abbazia di Santa Maria del Galeso. Accanto alla sua foce nel 1915, prima della guerra, furono installati i Cantieri Navali. Oggi invece è utilizzato dai contadini per irrigare agrumeti e le coltivazioni di ortaggi. Lai sorgente è in un laghetto tra Cavello e Statte, e riversa le sue acque nel Mar Piccolo, dove sono presenti i noti allevamenti delle pregiate cozze tarantine.
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