EMANUELE SEVERINO - Gli ANTICHI e la Nascita della Filosofia
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Incontro tenutosi al caffè filosofico nel 2009.
Con il termine “Presocratici” si è soliti indicare l’insieme dei filosofi antecedenti a Socrate, non solo da un punto di vista cronologico, ma soprattutto da un punto di vista teorico. Sono dunque raccolti sotto questa definizione i pensatori, del VI-V secolo a.C., che si trovano al di qua di un ideale spartiacque rappresentato dal pensiero socratico.
Di questi filosofi si possiede un numero limitato e piuttosto incerto di notizie, a causa delle narrazioni mitiche e leggendarie che spesso s’intrecciano alle loro biografie. Inoltre, ci sono pervenuti per lo più solo brevi frammenti delle loro opere e il resto delle informazioni di cui si dispone sono tratte da fonti indirette, come il libro primo della Metafisica di Aristotele. Un aspetto che caratterizza le origini della filosofia greca, e dunque questi pensatori, è l’esercizio collettivo della riflessione. In questi secoli la filosofia è radicalmente considerata un’attività corale e si organizza e sviluppa attorno a delle scuole, luoghi adibiti alla condivisione delle idee sotto la guida di un maestro. Per questo motivo si è soliti raggruppare gli autori presocratici in base alla città e alla scuola di appartenenza. Nonostante le teorie di questi pensatori possano apparire insoddisfacenti per la loro semplicità o addirittura ingenue, esse rappresentano un progressivo abbandono del modo di pensare dell’antichità (caratterizzato dalle credenze del mito), costituendo i primi passi del pensiero razionale. Risultano, dunque, ancora oggi insostituibili non solo per la comprensione delle radici della cultura occidentale, ma anche per un’interrogazione consapevole della realtà contemporanea.
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Пікірлер: 21
Whowww! Severino è in grado non solo di raccontare la filosofia con semplicità e chiarezza, ma di farci apprezzare l'essenza del ragionamento, gli effetti, il valore pratico del sapere ;-)
Solo la sua bellissima voce fa ascoltare con gioia immensa la sua lezione. Immenso❤❤❤❤
@ClubMetafisico
2 ай бұрын
❤️
Ringrazio di cuore per questa magnifica lezione. Che meraviglia! Che gioia l'insegnamento di Severino!
@ClubMetafisico
Жыл бұрын
❤️❤️❤️
@giovannibasiliani712
Жыл бұрын
Mi piacerebbe poter scambiare dubbi riflessioni approfondimenti in merito...sarebbe possibile ?
@matteoroveretto465
10 ай бұрын
@@giovannibasiliani712la prego, si faccia avanti.
Salve prof a lezione era bello
La verità è onniscienza della verità scusando il gioco di parole
La verità è onniscienza della verità
La verità è incontrovertibile
@ClubMetafisico
7 ай бұрын
si
grazie.
@ClubMetafisico
6 ай бұрын
grazie a te
Il problema espressivo rimane comunque tra l'uso di essere come sostantivo o come verbo. Dire che A, B, C... non significano Essere (in quanto principio, arché) non può sovrapporsi né linguisticamente né logicamente con l'asserire che A non è (in toto), ma piuttosto che A non è il principio, la costante originaria che soggiace all'ente. L'ambiguità è nell'uso sostantivo del verbo essere, se si ponesse un altro significante il problema non sussisterebbe. Anzi si potrebbe ben sostenere, senza particolari sfarfallamenti, che la continuità identica a tutte le cose è proprio la positività dell'essere rispetto al nulla. Il mondo non sarebbe illusione, ma semplicemente l'aggregarsi di manifestazioni relativamente variabili rispetto costanti strutturali la cui origine fondante è la loro condizione positiva di sussistere, di partecipare, appunto, all'essere. Non c'è contraddizione tra divenire ed essere, ma partecipazione necessaria. L'apparire dei fenomeni non è illusorio proprio in quanto variazione strutturale dell'essere. Tuttavia, non capisco perché il discorso sull'Essere di Parmenide debba per forza essere in contraddizione con l'uso del verbo essere in riferimento a enti specifici. Gli attributi all'Essere come Principio costante che soggiace ai fenomeni non contraddicono l'asserire che un certo evento A sia x o y in un certo momento. Pertanto i fenomeni particolari perché dovrebbero non-essere? Nel senso perché la negazione che A significhi Essere dovrebbe comportare l'assunzione del divenire come uscire ed entrare dal nulla? Le specificazioni fenomeniche possono non sovrapporsi metafisicamente all'Essere, eppure sussistere come essenti in una condizione specifica e quindi essere con la e minuscola. Pertanto ciò non può comportare che gli enti escano e tornino nel Nulla, ma anzi al contrario che essi siano variazione della continuità positiva dell'Essere ontologicamente inteso come principio estensivo di sussistenza. Qualcuno ci ha ragionato sopra?
@ClubMetafisico
8 ай бұрын
No, grazie per questi spunti
@salvogreco4172
6 ай бұрын
Ma quello che dici si avvicina al pensiero di Severino nella sua critica all'illusorietà degli enti di Parmenide
La verità è onniscienza
❤
Perché queste continue interruzzioni musicali, che sono di fatto imposte, del tutto superflue, noiose e che rompono la continuità della densa argomentazione, che richiede tutta la nostra attenzione ? Se bisogno, chiunque puo' interrompere temporaneamente l'ascolto e riprenderlo quando gli aggrada.
@ClubMetafisico
4 ай бұрын
ho cercato di tagliarle