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1. Cos’è il diritto amministrativo?
Il diritto amministrativo è quella disciplina che regola il rapporto tra stato ed enti pubblici tra loro ma anche tra stato ed enti pubblici con i cittadini.
La prima cosa che di norma si studia in un qualsiasi diritto è il sistema delle fonti, che detto per lo zio sono il complesso di norme che regolano una certa materia. Le fonti nel diritto amministrativo sono un po’ sempre le solite delle altre materie: costituzione e normativa comunitaria, leggi e atti aventi forza di legge e poi le fonti secondarie, consuetudini e usi.
Concentriamoci sulle fonti secondarie perché sono molto importanti. Si tratta di atti soggettivamente amministrativi (provengono cioè dall’esecutivo e non dal potere legislativo) ma oggettivamente normativi, dettano cioè norme generali e astratte (caratteristica tipica delle leggi che invece provengono dal potere legislativo). E sono importanti perché sono proprio le fonti tipiche del diritto amministrativo sono lo strumento che l’esecutivo (il governo) per capirci ha per orientare la P.A.
Queste fonti secondario sono i Regolamenti, le Ordinanze e gli Statuti degli Enti pubblici locali.
2. Situazioni giuridiche soggettive
Il diritto è una posizione giuridica di vantaggio che l’ordinamento giuridico conferisce ad un soggetto, riconoscendogli un’utilità in relazione a un bene, e dando tutela alla sua posizione in modo pieno e immediato.
L’interesse legittimo è anche lui una situazione giuridica soggettiva di vantaggio che spetta a un soggetto in relazione a un bene della vita oggetto di provvedimento amministrativo e consiste nell’attribuire al soggetto dei poteri idonei a influire nell’esercizio del potere della P.A.
Cerchiamo di fare un esempio: se io voglio ottenere un’autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali, farò la mia pratica in cui dimostrerò che ho tutto in ordine e che quindi richiedo il rilascio della relativa autorizzazione.
L’interesse legittimo viene alla luce nel momento in cui l’interesse del privato verso un bene della vita (il rilascio dell’autorizzazione allo scarico, la patente, il passaporto, il porto d’armi quello che volete) viene a confronto con il potere amministrativo, ovvero con il potere della Pubblica Amministrazione a soddisfare l’interesse, mediante provvedimenti che ampliano la sfera giuridica del soggetto o a sacrificarlo con provvedimenti che restringono tale sfera.
3. Ma chi è la P.A. in concreto?
La P.A. svolge attività amministrativa che è quella attività attraverso cui i soggetti pubblici curano gli interessi pubblici.
Chi fa questa attività in concreto? La fanno gli enti pubblici cioè quei soggetti (pubblici ma anche privati pensate ad esempio a tanti enti del terzo settore o società private che però sono partecipate pubbliche) che costituiscono la pubblica amministrazione, dentro agli enti pubblici si distingue di norma tra: 1. organo che è la persona o l’insieme di persone riconducibili a un centro di competenza che detiene una pubblica potestà, es. il Prefetto, il segretario comunale, il Sindaco; 2. ufficio, è invece il complesso di persone, beni e competenze che espleta l’attività strumentale necessaria all’organo per esercitare il suo potere e perseguire i suoi fini istituzionali, es. la prefettura, l’ufficio del segretario comunale, Gabinetto del Sindaco.
4. Perché ci serve una P.A? cosa fa la P.A.?
Questi enti curano gli interessi pubblici; il loro faro è perseguire l’interesse pubblico e operano secondo il principio di legalità quindi quello che devono fare e come devono farlo glielo dice la legge; devono attenersi ai principi dell’attività amministrativa: legalità, giusto procedimento, efficienza, non aggravamento del procedimento, trasparenza ecc.
5. Come lavora la P.A.?
La risposta è sostanzialmente attraverso il procedimento amministrativo, ovvero tramite quell’iter volto ad adottare il provvedimento amministrativo.
Tutta questa parte qui sul procedimento amministrativo la trovate disciplinata nella 241/1990.