Come farsi ascoltare in Cassazione?

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Quando si va in Cassazione? E in che modo puoi sperare che il tuo ricorso sia accolto?
Ne parliamo in questo video.
Se stati guardando questo video allora vuol dire che i primi due gradi di giudizio non sono andati affatto bene e hai avuto perlomeno in secondo grado una sentenza di condanna.
È ovvio e banale dire che nel caso in cui tu non presentassi ricorso in cassazione andresti incontro alla definitività della sentenza penale con tutte le conseguenze in termini di carcerazione e risarcimento del danno.
Nel caso in cui ti fosse stata irrogata una pena minima e concessa la pena sospesa e la non menzione nel casellario giudiziale io consiglio, nel caso in cui ci fossero i presupposti e le condizioni, sempre di presentare il ricorso per non precludersi l’ultima chance di successo.
La Cassazione quindi rappresenta l’ultima spiaggia per potere affermare la tua estraneità ai fatti.
Devi sapere che il ricorso in Cassazione è un ricorso molto difficile e dunque occorre, affinché tu non butti tempo e soldi oltre che nutrire false speranze, che capisca quando e come farlo.
Certamente non devi fare tu il ricorso in cassazione ma è importante che tu capisca quale sia la partita da giocare e se effettivamente la puoi vincere.
Prima di tutto devi rivolgerti ad un avvocato abilitato alle giurisdizioni superiori, ovvero che sia un avvocato cassazionista.
In secondo luogo devi sapere che il processo in cassazione non è un terzo grado di giudizio in cui viene nuovamente compiuto un giudizio sul fatto. Ovvero se sei innocente o colpevole.
Possiamo dire, con un’immagine colorita, che sul banco degli imputati non ci sei più tu, bensì la sentenza.
Il tema è: sono state rispettate le regole della logica nella valutazione della prova?
Infatti se hai letto le sentenze di condanna sicuramente avrai esclamato: ma il Giudice non ha letto le carte! O meglio non ha letto quelle carte in cui era contenuta la prova della tua innocenza.
Ecco quello è un motivo di ricorso in Cassazione, ovvero il Giudice ha realizzato una omissione di una prova decisiva.
In altre parole il Giudicante non ha considerato una prova che se fosse stata valutata avrebbe potuto portare inevitabilmente alla tua assoluzione.
Ti faccio un esempio veloce mutuato dalla mia pratica professionale.
Un mio cliente viene accusato di aver truffato una serie di persone carpendo loro fior fiori di quattrini.
Questa Difesa produce sia nel processo di primo di grado che in quello di secondo grado una lettera di una delle presunte vittima del reato che intima la restituzione del prestito elargito all’imputato!
Avete capito bene?
Quella somma di denaro non era stata una somma carpita con truffa ma un prestito in piena regola.
Eppure il Giudice in sentenza - così come la persona truffata - non avevano preso posizione sul punto, non vi era stata nessuna argomentazione in tal senso.
Era evidente che i Giudici di merito si erano astenuti dal considerare una prova a favore dell’imputato il quale lamentava la sua innocenza sul fatto che egli non aveva mai truffato quella persona ma aveva soltanto chiesto un prestito che gli era stato regolarmente erogato.
Insomma agli atti vi era una gravissima contraddizione in termini: da un lato, la signora affermava di essere stata truffata con raggiri ed artifici, dall’altro ella aveva chiesto la restituzione di quei soldi a titolo di prestito.
Ciò rappresentava in maniera icastica che non era una truffa ma un prestito. Eppure il Giudice non aveva speso una parola su questo aspetto.
Ecco l’omissione di una prova decisiva.
Ecco un buon motivo di ricorso in cassazione.
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