Chiara Dello Iacovo canta “Milano e Vincenzo” nei suoi concerti in una versione che le sta benissimo addosso come la vecchia tuba che indossa regolarmente durante l’ esecuzione.
Questo pezzo storico di Alberto Fortis del 1979, bellissimo musicalmente, ha un testo importante che esprime rabbia ed amore rispettivamente per Vincenzo e per Milano. La storia è piuttosto nota, mentre sicuramente tutti sanno che cosa è Milano, forse qualcuno ancora non sa chi è Vincenzo.
Potrebbe essere stato forse il tentativo fallito di portarla sul palco di The Voice il motivo per cui la nostra dà libero sfogo alle sue corde vocali in una perfetta esecuzione ogni qualvolta sale su di un palco con la sua band, almeno in questa serie di concerti. Ma non credo sia solo questo.
Siamo nelle seconda metà degli anni settanta e il giovane Alberto Fortis, appena ventenne, si trasferisce a Roma in cerca di una casa discografica che lo ascolti ed eventualmente gli pubblichi il suo primo disco.
Vincenzo Micocci è un Talent Scout di quegli anni dal grande fiuto e dall’orecchio fino, si può dire che tutti i grandi cantautori dell’epoca, soprattutto di Roma ma non solo, siano passati dalla IT, etichetta discografica da lui fondata, e distribuita dalla RCA.
Era pessima abitudine in quegli anni, ma comune pratica di tutte le case discografiche, mettere sotto contratto dei giovani cantanti ed autori senza poi dargli possibilità di sfogare la loro creatività. Senza fargli fare praticamente nulla per molto tempo.
E’ proprio questo lo scenario in cui avviene l’incontro tra Alberto e Vincenzo. Tanto tempo di attesa, sogni e speranze disattese fanno crescere la rabbia contro Vincenzo, contro il mondo discografico romano, senza escludere Roma e tutti i suoi abitanti. Questo ultimo fatto difficile smentirlo dopo aver ascoltato “A voi romani”.
Passati due anni Alberto Fortis si trasferisce a Milano ed è in questo passaggio fondamentale che nasce “Milano e Vincenzo”. Fortis si sfoga e canta la rabbia contro Vincenzo, ma allo stesso tempo il suo amore per Milano e per le possibilità che gli offre, per le persone che incontra e gli affida “tutti i suoi progetti , le su vendette e la sua età”
A Milano incontra le persone giuste, Mara Maionchi e il marito Alberto Salerno, autore importante (un titolo per tutti “Io vagabondo”) che lo porteranno alla pubblicazione del suo primo album “Alberto Fortis” (1979) che sarà un grande successo con i due pezzi già citati, ma merita anche ricordare “Duomo di notte” e “La pazienza” e “Sono contento di voi” una sorta di ringraziamento alle persone che hanno creduto in lui e nella sua arte.
Interessante ricordare, in un successivo arrangiamento del pezzo negli anni ’90, il tentativo di alleggerire i toni riguardo la polemica con i romani, sostituendo la frase “vive a Roma e che ne sa?” con “dell’ amore che ne sa?”.
Oggi a poco meno di quarant’anni dalla nascita di “Milano e Vincenzo” una cantautrice di ventuno anni, la riscopre con nuove sonorità ed un arrangiamento accattivante, ma senza alterarne il senso, ed esegue magistralmente dal vivo questo pezzo.
Oggi come allora Vincenzo è l’incarnazione di un pessimo modo di fare discografia, un’ icona su cui scaricare la rabbia per la negazione dei propri sogni.
“Vincenzo io ti ammazzerò” significa annullare chi bada solo ai propri interessi senza riconoscere l’arte ed il talento di giovani artisti che vengono di fatto sfruttati sull’ onda di effimeri successi televisivi.
Il testo lascia poco spazio alle interpretazioni quando dice “sei troppo ladro per capire che il tuo lavoro amici non troverà mai perché non sai soffrire”.
Un posto a cui affidare tutti i progetti , le rivalse e le ambizioni di una giovane età, un luogo in cui i sogni non sono merce di scambio, una Milano buona, esiste e va vissuta con la consapevolezza del proprio talento e dei propri limiti. “Milano sono contento che ci sei” è il grido di felicità e d’amore verso la città che ripaga tutte le attese ed i torti subiti da Vincenzo.