Ma uno dei fattori più critici per il successo della missione Voyager è stato il suo lancio tempestivo. La NASA ha approfittato di un raro allineamento planetario che si verifica una volta ogni 176 anni. Questo allineamento unico ha permesso alle sonde di eseguire sorvoli ravvicinati di Nettuno e Urano con modifiche minime alla loro traiettoria. Inoltre, durante questi incontri, l’attrazione gravitazionale di questi colossali pianeti ha aumentato significativamente la velocità effettiva delle sonde, superando ciò che la loro propulsione a razzo poteva raggiungere. Questo concetto era relativamente nuovo all'epoca, essendo stato precedentemente tentato solo nelle missioni Pioneer della NASA su Giove e Saturno. Nel 1981, la Voyager 1 deviò dall'eclittica, che rappresenta il piano orbitale della Terra attorno al Sole, tracciando una rotta di 35 gradi nord. Con queste nuove traiettorie ha potuto esplorare nuove regioni dello spazio oltre i limiti del piano planetario. E dopo che la Voyager Planetary Mission si espanse fino a diventare la Voyager Interstellar Mission, fu presa la difficile decisione di disabilitare le telecamere su entrambe le sonde. Questa misura è stata implementata per risparmiare energia per il lungo viaggio che ci attende. Tuttavia, prima di dire addio alle immagini, la Voyager 1 ha catturato la famosa fotografia del pallido punto azzurro della Terra, scattata da una distanza sorprendente di circa 6 miliardi di chilometri. Rimane ancora l'immagine più distante del nostro pianeta mai catturata.